Il Var a richiesta (challenge) deve essere accompagnato dal tempo effettivo
Ogni allenatore potrebbe avere la possibilità di richiedere l'uso del Var tre volte a partita con un sistema bonus-malus per gli arbitri

The big screen indicates 11 extra minutes at the end of the half during the English Premier League football match between Brentford and Tottenham Hotspur at Gtech Community Stadium in London on August 13, 2023. (Photo by JUSTIN TALLIS / AFP) / RESTRICTED TO EDITORIAL USE. No use with unauthorized audio, video, data, fixture lists, club/league logos or 'live' services. Online in-match use limited to 120 images. An additional 40 images may be used in extra time. No video emulation. Social media in-match use limited to 120 images. An additional 40 images may be used in extra time. No use in betting publications, games or single club/league/player publications. /
Negli anni molte regole del gioco del calcio sono mutate. Dal divieto di passare la palla al portiere alle cinque sostituzioni alla disciplina dei falli di mano a quella del fuorigioco (che cambia quasi ogni anno tanto che avremmo difficoltà ad enunciare quella in vigore).
In genere i tifosi riservano alle novità un’accoglienza tiepida quasi insospettiti, nel solco della italica affezione alla dietrologia.
Noi ne vorremmo proporre due. Semplici, semplici.
Prendendo spunto dalle ultime incomprensibili e ingiustificabili sviste arbitrali vogliamo ragionare un po’ intorno alle norme che regolano l’uso della Var. Premettendo che nonostante le sviste e i comportamenti talvolta manicomiali nel rapporto arbitri-Var, l’avvento del mezzo tecnologico va considerato largamente positivo. Ha infatti ridotto di molto polemiche e contestazioni. Però si può certamente fare ancora meglio. Nell’ottica di dare sempre maggiore credibilità al calcio. Il punto cruciale, da molti evocato, è l’intervento della Var a richiesta, l’introduzione del cosiddetto “challenge”. Cioè del diritto dei tecnici in panchina di chiedere il ricorso al Var. Ovviamente non può essere previsto che il challenge si usi ad libitum. Il che toglierebbe ogni senso ad una partita perché continuamente interrotta. Le modalità vanno allora studiate. In primis una o due richieste a partita per squadra. Però con un meccanismo bonus/malus per gli arbitri. Ad esempio del tipo: se la Var conferma la decisione iniziale, l’arbitro prende un punteggio positivo, se la smentisce invece punteggio negativo. Così sarebbe interesse dell’arbitro, per la sua carriera, prendere le decisioni giuste e non lasciarsi sopraffare dalle solite sudditanze sospette. Va da sé , e questo è il punto più delicato e difficile da far digerire alla classe arbitrale, nel caso di challenge la decisione andrebbe assunta dagli abitri adetti al Var e non dall’arbitro di campo.
Magari per ogni challenge che abbia come risultato la smentita della decisione arbitrale, si potrebbe prevedere la possibilità di farne ancora uno, per evitare che gli arbitri, irritati, possano fare ritorsioni. Comunque mai più di tre per partita. È ovvio che una riforma del genere andrebbe accompagnata con l’introduzione (rivoluzionaria) del calcolo del tempo effettivo di gioco. Che eviterebbe un uso strumentale del challenge da parte dei tecnici ma anche il ricorso a tanti altri stucchevoli mezzucci.
Il ricorso al tempo effettivo di gioco è stato richiesto tra l’altro da molti tecnici e grandi campioni. Nelle partite di calcio, invece dei novanta minuti previsti, si gioca in media tra i cinquanta ed i sessanta minuti. Il che francamente non ha senso. Anche l’introduzione del tempo effettivo andrebbe accuratamente regolamentata. In quali situazioni si blocca il cronometro? Chi gestisce lo stesso ? Ci sembra comunque evidente che con il challenge ed il tempo effettivo ne guadagnerebbero la trasparenza e lo spettacolo.
Perché non attuare queste riforme?