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Gravina: «Il mercato dell’Arabia Saudita risponde a logiche diverse dalle nostre, la Fifa intervenga»

A Sky: «Euro2032? Non eravamo in linea con i tempi Uefa. Ho chiamato la Turchia perché è una grande potenza importante dal punto di vista culturale»

Gravina: «Il mercato dell’Arabia Saudita risponde a logiche diverse dalle nostre, la Fifa intervenga»
As Roma 09/02/2023 - Assemblea straordinaria elettiva di Lega Pro / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Gabriele Gravina

Ieri sera il presidente della Figc, Gabriele Gravina, era ospite a Sky Sport in occasione della presentazione del “Report Calcio 2023”. Gravina ha commentato diversi temi fra cui la candidatura congiunga a Euro2032, le infrastrutture dello sporti italiano e il ruolo dell’Arabia Saudita nel calcio.

«Sono 5 anni che parlo di un grande evento perché sono convinto che è la modalità per stanare un po’ tutti. Quando abbiamo proposto Euro 2032  l’abbiamo fatto con la consapevolezza e l’umiltà nel prendere coscienza che mentre noi abbiamo realizzato 4/5 stadi negli ultimi 10 anni, la Turchia ne ha realizzati 41. In un momento in cui la tempistica legata alle nostre norme burocratiche e anche alcuni interventi dei nostri stakeholders avevano dei tempi non in linea con quelli richiesti dalla Uefa per la candidatura che deve definirsi entro il 10 ottobre, abbiamo deciso di fare un accordo con la Turchia che ritengo importante dal punto di vista culturale e ci posiziona in un’area di sviluppo del Mediterraneo con una grande potenza come la Turchia».

Gli stadi sono un problema atavico del sistema calcio italiano, vecchi, alcuni scomodi, altri fatiscenti o con pochi posti. Sono poche le eccezioni come Juventus, Udinese, Sassuolo:

«Tanti elementi messi insieme senza trascurare un’esigenza fondamentale l’esigenza di avere delle strutture moderne. Noi ci presentiamo oggi con 3 stadi che possono competere: Milano, Torino, Roma. Firenze sta partendo, Bologna anche, Cagliari vuole partire, Bari è pronta. Siamo tutti ai nastri di partenza. Un vantaggio incredibile che portiamo a casa, è che non dobbiamo presentare il progetto definitivo con relative risorse il 10 ottobre 2023, ma abbiamo chiesto e speriamo di ottenere la possibilità di indicare le città che dovranno ospitare le gare entro ottobre 2026».

Nel frattempo il calcio europeo subisce l’assalto dei petroldollari sauditi. Il pensiero di Gravina:

«In questo momento il fenomeno Arabia Saudita risponde ad altre logiche, sappiamo benissimo qual è la proiezione verso il 2030, rispetto alle logiche di valorizzazione del fenomeno sportivo e calcistico come fenomeno sociale di aggregazione e di valorizzazione del prodotto prima in Nord America e poi in Cina. La Uefa ha attivato una commissione importante sulle licenze Uefa e adottato dei provvedimenti importanti per bloccare e far rispettare nel miglior modo possibile i principi legati all’equa competizione a livello Uefa. Con l’Arabia Saudita siamo nell’area di competenza della Fifa e credo sia giusto che inizi a individuare una modalità per tutta una serie di interventi che non rispondono più alla logica di mercato ma alla logica di sostegno e di supporto attraverso l’utilizzo di fondi dello stato; uno stato che tra l’altro ha disponibilità di finanza, questo evidentemente genera un’alterazione. Oggi siamo ancora in tempo per porre parzialmente rimedio, ma dobbiamo correre ai ripari altrimenti correremo il rischio di avere uno sbilanciamento assoluto verso alcuni paesi con deflagrazione dopo il 2030 col ritorno di questi campioni».

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