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Garcia e le forbici conficcate nella schiena che lo costrinsero a lasciare il calcio giocato

La Gazzetta dello Sport racconta alcune curiosità ed aneddoti sul nuovo allenatore del Napoli. Di alcuni parla lui stesso nel suo libro

Garcia e le forbici conficcate nella schiena che lo costrinsero a lasciare il calcio giocato
Mg Lione (Francia) 16/05/2018 - finale Europa League / Marsiglia-Atletico Madrid / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Rudi Garcia

La Gazzetta dello Sport ha pubblicato un articolo contenente alcune curiosità sul nuovo allenatore del Napoli, Rudi Garcia. Tante notizie e aneddoti che non tutti conoscono, tra cui anche il motivo per cui a 28 anni, decise di lasciare la carriera da calciatore. Tutto accadde a causa dell’aggressione di un folle, in un cinema: gli piantò un paio di forbici nella schiena. La rosea racconta l’episodio:

“L’attuale allenatore del Napoli, ai tempi in cui giocava al Lilla, ha rischiato di morire. Una sera era al cinema insieme alla sua fidanzata. In sala, un uomo continuava a dare fastidio. Rudi gli ha chiesto di stare in silenzio, l’altro ha risposto e gli animi si sono scaldati. Sono volate le mani. All’uscita, mentre la coppia stava tornando a casa, Rudi è stato aggredito alle spalle: risultato? Un paio di forbici conficcate nella schiena. Il francese ha interrotto la carriera da giocatore per problemi fisici: il mal di schiena non l’ha mai abbandonato, la colpa è di quel folle che stava quasi per ucciderlo”.

E poi ci sono le passioni di Garcia: oltre a quella per la musica, anche quella per il gioco.

“Rudi Garcia non ha mai nascosto la sua passione per il gioco: “Eppure, non ho mai speso grandi somme”. Quando era un calciatore, spesso festeggiava le vittorie con i compagni al casinò. Nel suo libro ha raccontato che una sera insieme agli amici Eric Péan e Sergi Berrebi ha fatto jackpot alle slot machine. Il bottino? 35mila franchi francesi (oltre 5000 euro ma all’epoca valevano ben di più…) a testa. I gettoni non finivano più di cadere. E i ragazzi hanno offerto da bere a tutti i presenti”.

Nel suo libro, Garcia racconta di suo padre José, che per garantire stabilità alla famiglia la sera andava ad allenare.

«Non volevo fare l’allenatore perché da piccolo mio padre non era mai a casa».

Nel libro Garcia racconta che suo padre è morto guardando una partita del Lilla. Le ultime parole, seduto davanti al televisore, sono state: «Perché non fa entrare De Melo?».

E poi c’è l’amore per la famiglia, per le sue tre figlie e per la madre. Nel 2014 raccontò che prima di ogni partita erano due le telefonate a cui non poteva rinunciare: la prima era quella al suo collaboratore tecnico, che seguiva le squadre avversarie, la seconda era a sua madre, appunto.

 

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