Il tecnico ai tifosi, in occasione del ritiro del Premio Bulgarelli: «Voi interpretate: ‘Ha detto che Napoli avrà un futuro brillante, per cui rimane…’».

Nel parlare ai tifosi in occasione del ritiro del Premio Bulgarelli, Luciano Spalletti ha parlato anche del suo futuro al Napoli. A chi gli chiedeva se sarebbe rimasto in azzurro, il tecnico ha risposto:
«Voi interpretate: ‘Ha detto che Napoli avrà un futuro brillante, per cui rimane…’. Sì, interpretate. Ma se rimango lo deve dire la società».
Il Corriere dello Sport interpreta le parole di Spalletti come un indizio del fatto che presidente e allenatore non sono ancora riusciti a sistemare tutti i dettagli per un accordo di rinnovo.
“Un indizio resta semplicemente un indizio o semmai può pure trasformarsi nella prova che De Laurentiis e Spalletti ancora non siano riusciti a scorgere quelle minuzie utili, necessarie, anzi indispensabili per sistemare definitivamente il carteggio, ora avvolto in una nube che s’intravede rileggendo la dichiarazione dell’allenatore del terzo scudetto”.
E ancora:
“la burocrazia in certi casi non aiuta e lo sfruttamento tout court della Pec da atto notarile è divenuto un aspetto divisivo”.
Il quotidiano sportivo scrive che sarà necessario un altro incontro, almeno per gestire gli accordi legali.
“servirà eventualmente, almeno un’altra cena, con la privacy necessaria per potersi tranquillamente adagiare su temi rilevanti, semmai anche scottanti. In questa trattativa, che prevede un menu con vari capitoli (il mercato e non solo; la figura del diesse e non solo; una limpidezza assoluta nella gestione e non solo) esistono due certezze: l’esistenza di un contratto fino al 2024, che De Laurentiis ha già in mano dal luglio del 2021, e l’assoluta inconsistenza di eventuali riflessi economici, a cui Spalletti è disinteressato o che comunque ritiene irrilevanti”.
L’incertezza sulla chiusura dell’accordo è data soprattutto dal carattere di entrambi i protagonisti, scrive il CorSport.
“E però, il pregresso, dunque le differenze pure caratteriali, inducono ad un ragionamento più articolato sulla prospettiva e sull’orizzonte da definire, affinché poi De Laurentiis e Spalletti non restino prigionieri di se stessi. È la natura di entrambi, che si fonde con quella del calcio, che ancora lascia piccoli margini di incertezza, prima di rimettersi in cammino, scudetto al petto, a guardare al futuro con gli stessi occhi”.