Mendilibar: «I complimenti di Mourinho? La storia non vince le finali e nemmeno i complimenti»
In conferenza: «Loro non si preoccupano di dover raggiungere la porta avversaria, non sono come noi. È una squadra difficile da affrontare».

Ci Napoli 29/01/2023 - campionato di calcio serie A / Napoli-Roma / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: Jose’ Mourinho
L’allenatore del Siviglia, José Luis Mendilibar, ha parlato in conferenza stampa in vista della finale di Europa League contro la Roma di José Mourinho.
«Quando sono arrivato, il club aveva superato due qualificazioni all’Europa League. La storia c’è e non mente. Il club in questa competizione è stata la squadra migliore. I titoli ci sono. Quando arrivi, anche quando la squadra va male, la gente non si accontenta di salvare la categoria ma te lo dicono: c’è l’Europa, c’è Budapest. Gareggeremo contro un rivale difficile, tanto. Con le nostre armi sono convinto che possiamo vincere».
Mendilibar ha aggiunto:
«È solo una partita. La storia o l’esperienza è molto buona, ma è una partita di calcio. Non so cosa pesa di più. È la mia prima finale. I miei giocatori no e nemmeno il mio club, né l’allenatore del rivale. Dovremmo giocare una bella partita, senza errori, perché costano, e giocare come abbiamo dimostrato».
Mourinho gli ha fatto i complimenti, ma Mendilibar non ci casca.
«Sono grato a Mourinho per quello che dice su di me, della squadra e del club. La storia non vince le finali e nemmeno i complimenti. Loro sono l’avversario più difficile perché sono arrivati in finale. Con loro non abbiamo vantaggi o svantaggi».
Mendilibar sul suo futuro:
«Non mi interessa. Ho firmato per due mesi e mezzo. Non mi importava. Sono tranquillo. Sono arrivato dalla disoccupazione al Siviglia. Il contratto scade il 30 giugno. L’unica cosa da fare è vincere questa finale e finire nel migliore dei modi ad Anoeta e vedremo cosa succederà, non mi preoccupa affatto il futuro».
Mendilibar sulla Roma:
«In difesa sono molto forti. Non hanno bisogno di tante occasioni per segnare e vincere. Non si preoccupano di dover raggiungere la porta avversaria. Non sono come noi. Si sentono a loro agio a difendere vicino alla loro area o a pressare. È una squadra difficile da affrontare. Raramente si innervosiscono con il passare dei minuti».
Come dormirà? Mendilibar:
«Penso che dormirò bene. Sono anche stanco perché ci siamo dovuti alzare molto presto per venire qui. Quando arrivi in questi campi, sapendo la partita che giocherai, qualcosa ti entra dentro. Meglio sentirlo ora che non arrivare domani e sentirlo dall’inizio».
Vincere è vitale per il suo futuro?
«Non credo sia importante per il mio futuro. È come un cronista che sta facendo una cronaca per 90 minuti e deve cambiarla perché alla fine c’è un gol…».