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Juventus, esiste un dio del calcio più equo dei dirigenti federali italiani

Nel Napoli la passerella spetta a Gianluca Gaetano. Il boato arriva fino a Cimitile. Seimila persone in strada per festeggiare, orgogliosi del loro concittadino

Juventus, esiste un dio del calcio più equo dei dirigenti federali italiani
Db Bologna 30/04/2023 - campionato di calcio serie A / Bologna-Juventus / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Massimiliano Allegri

FALLI DA DIETRO – COMMENTI ALLA 36ESIMA GIORNATA DEL CAMPIONATO 2022-23

“Ti amo campionato perché non sei falsato” cantavano anni fa Elio e le Storie Tese.

Questo che è ai titoli di coda, è probabilmente il primo campionato pulito dopo una lunga serie di campionati disonesti.

Ieri la Corte Federale d’Appello ha chiuso – si ritiene definitivamente – un caso farsesco tipicamente all’italiana.

Pochi minuti prima dell’inizio della partita contro l’Empoli ha sanzionato il club bianconero – per le plusvalenze degli anni precedenti – con dieci punti di penalizzazione in classifica.

Si chiude una storia di punti tolti e poi ridati che ricorda molto quel tormentone di Verdone e le gambe della sora Lella.

“E allungagli le gambe e aripiegagli le gambe. Io non ce la faccio più”.

Sentenza benevola e grottesca assai.
Che, limitando a 10 punti la penalizzazione, lasciava alla Juve aperto uno spiraglio bello grosso per la qualificazione alla Champions.
In soldoni un regalino da una ottantina milioni.

Bisognava cominciare a battere l’Empoli.

Ma esiste un dio del calcio più equo dei dirigenti federali italiani.
Sul campo l’Empoli batte la Juve 4-1.

Ma non è ancora finita.

A fine campionato, la Juventus è nuovamente attesa nei tribunali.

Dovrà rispondere non di uno, ma di quattro distinti, colossali e già provati illeciti.

Sarà la resa dei conti definitiva.

Per una società che ha imbrogliato e inquinato il calcio in modo compulsivo e continuativo per decenni.

Si prevedono anni bui.
Si prevedono anni di ridimensionamento da brividi.

Una storia che non gioverà al calcio italiano.
Che pure sta vivendo una annata magica.

Tre italiane tre nelle tre finali di coppe europee.

La testa è lì alle finali e nessuna delle tre vince.

Non gli stilnovisti di Italiano, apparsi tuttavia i più svegli della terna.
Vanno in vantaggio al Filadelfia ma vengono raggiunti da un tiro sporco di Sanabria al suo dodicesimo centro.

Non vincono i Sangue-Oro, che pur ospitavano una Salernitana ormai salva.

Anzi, rischiano di perdere addirittura.

Mou si affida alle seconde linee che si dimostrano ingrate.
Spietato Dia in area di rigore, terzo goleador del campionato. Cui si consente di fare il bello e cattivo tempo.

Bisognerà ricorrere al serbo Matic al Faraone, per raddrizzare le cose.

Non vincono i Suninter al cospetto dei neo campioni.
Ai quali con molta finezza la loro albagia supponente nega il pasillo de honor.

Ma il Napoli ha voglia di fare il Napoli.

E quando decide cosi, si sa, non ce n’è per nessuno.

Erano gli unici imbattuti i Suninter contro gli azzurri.
Schiacciati anche loro.

Sale in cattedra Charlie Brown.
Si rivede il Kiarastella d’autunno.

Non ce n’è per nessuno.

A segno Zambo.
A segno il nostro capitano. Quanto ci mancava un capitano così.

Ma la passerella spetta a Gianluca Gaetano.
Enfant du pais utilizzato pochissimo.

Entra nel finale. Il tempo di scambiare col Cholito.
Tiro da sotto per l’esplosione del Maradona.

E il boato arriva fino a Cimitile.
Seimila persone in strada per festeggiare, orgogliosi del loro concittadino.

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