ilNapolista

Il razzismo nel calcio, come nella società civile, sarebbe facilmente neutralizzabile

La realtà è che non si vuole. Gasp ai microfoni confonde l’insulto razzista con un gesto passionale.

Il razzismo nel calcio, come nella società civile, sarebbe facilmente neutralizzabile
Mp Bergamo 07/05/2023 - campionato di calcio serie A / Atalanta-Juventus / foto Matteo Papini/Image Sport nella foto: esultanza gol Dusan Vlahovic

FALLI DA DIETRO – COMMENTI ALLA 34° GIORNATA DEL CAMPIONATO 2022-23

Tempo d’incoronazioni.

Ognuno è libero di festeggiare come vuole.

Uno spasso il rito dionisiaco celebrato dal rotondo Francesco Paolantoni sul Lungomare, vitale sberleffo alle nostre esitanti putibonde Belen.

Non sarà bello come una regina, ma è pieno di ironia napoletana.

A proposito. Dopo le cose viste in questi giorni, diventa doverosa la raccomandazione.

Da oggi in poi non dite mai più a una donna: “Sei bella come una regina”.

Prima partita da Campioni d’Italia al Maradona colmo d’emozione.

Anzi no. Non Campioni d’Italia.

Colpisce sugli spalti un enorme scudetto esibito capovolto. Sopra la scritta: “Bottino di guerra”.

Nell’antichità si esponevano così i vessilli dei paesi conquistati.

Sotto lo scudetto rivoltato: “Campioni in Italia”.

E non d’Italia.

Eloquente il pensiero dei tifosi azzurri.

Siamo tutti ultras.

Gli stilnovisti regalano agli azzurri il Pasillo de Honor sotto gli occhi di Paolo Sorrentino raccattapalle da Oscar.

La partita è più che altro una esibizione, anche perché i viola non hanno assilli di classifica.

È l’occasione di vedere all’opera un po’ di panchinari.

È l’occasione per Gollini di mostrare tutto il suo valore.

È l’occasione per Osi di consolidare il suo primato fra i marcatori.

Andrà lui sul dischetto per il primo rigore su fallo su Charlie Brown.

Ovviamente sbaglierà. Come hanno fatto tutti gli azzurri quest’anno.

Rigori e punizioni per tutti al prossimo allenamento a Castel Volturno.

Andrà ancora lui sul dischetto per il secondo rigore.

E stavolta il Maradona esplode.

Poi è solo festa.

Intanto il campionato degli sconfitti continua.

C’è in palio il malloppo Champions, che non sono bruscolini.

Tre scontri diretti che possono dire molto.

All’indomani del brutto pari strappato allo scadere contro gli Stradivari cremonesi, e a seguito delle critiche sull’utilizzo strampalato del turnover, John Malkovich corre ai ripari. Contro gli Aquilotti manda in campo i titolari, consegnando loro una stravagante divisa stile Zelensky.

I risultati si vedono subito.

Due reti in mezz’ora e dominio indiscusso contro una Lazio che non fa la Lazio.

Quando i campionati sono agli sgoccioli, si risvegliano i cattivi pensieri. E i malpensanti ringalluzziscono.

Certo, la galoppata indisturbata di Theo è una buona occasione per ricamarci su.

Si fa tutto il campo il marsigliese, da spensierato turista per l’eurogol di giornata.

La verità forse è più sempliciotta.

Sor Polpetta ha una panchina cortissima e non può permettersi tre gare in una settimana.

All’Olimpico l’altro duello Roma-Milano.

I Suninter devono agguantare la zona Champions, e devono assolutamente  far risultato.

Per loro fortuna i Sangue-Oro sono molto rimaneggiati e praticamente non oppongono resistenza.

Vittoria in scioltezza di Inzaghino che ha ritrovato Brozo a centrocampo e un Lukaku in costante crescita all’attacco.

Solito Mou ai microfoni.

Per giustificare la batosta, dichiara senza pudore, che i suoi hanno perso contro la squadra più forte d’Italia.

Ridiamoci su.

Non c’è niente da ridere al Brumana.

Ancora cori razzisti.

Doveri, il fratello scemo di Jack la Cajenne, rincorre Dusan, per impedirgli, dopo il gol, di zittire gli incivili sugli spalti.

Invece di fare l’unica cosa che pure gli prescriverebbe il protocollo. Sospendere la gara.

Gasp ai microfoni confonde l’insulto razzista con un gesto passionale.

E ancora una volta rivela tutti i suoi limiti caratteriali e culturali che ne hanno condizionato la carriera.

Lui che avrebbe avuto tutte le qualità per essere un grande tecnico.

Siamo alle solite. Il razzismo nel calcio, come nella società civile, sarebbe facilmente neutralizzabile.

La realtà è che non si vuole.

C’è aria nera in giro.

Se un ministro parla di “carico residuale” a proposito dei migranti.

Se lo stesso ministro ammette che sciogliere le organizzazioni fasciste è estremamente complicato.

I nuovi mostri.

ilnapolista © riproduzione riservata