Alcaraz: «Posso sembrare poco umile ma voglio essere il più grande della storia»

A Gazzetta: «Io e Sinner pretendiamo molto da noi stessi. Proviamo a fare qualcosa di diverso per creare qualche problema all'altro. La gente credo lo apprezzi»

Alcaraz

archivio Image Sport / Tennis / Carlos Alcaraz / foto Imago/Image Sport ONLY ITALY

A Roma vanno in scena gli Internazionali di tennis. Per l’occasione la Gazzetta ha intervistato Carlos Alcaraz. Lo spagnolo con ogni probabilità si riprenderà il primo posto nel ranking mondiale. Gli basta solo giocare la partita contro il connazionale Ramos.

«Ho tanti bei ricordi legati all’Italia, qui ho vinto il primo Challenger, e sono felice di essere finalmente agli Internazionali. In fin dei conti sono cresciuto partecipando a tornei nel vostro Paese, questa è un po’ la chiusura del cerchio».

Alcaraz vuole rimanere per più tempo possibili numero 1 al mondo:

«Forse essere numero 1, è una cosa che mi inorgoglisce, che mi piace. In generale il mio obiettivo è essere il più grande della storia. So che è un traguardo ambizioso, non voglio sembrare poco umile, però non ho paura di provarci, di inseguire questo sogno».

Con Sinner si è creata una rivalità che ricorda quella fra i Big Three

«Sono sempre state partite bellissime, appassionanti, di altissimo livello. Entrambi pretendiamo molto da noi stessi e lo dimostriamo in campo. Ogni volta proviamo a fare qualcosa di diverso, di dare tatticamente qualche problema nuovo l’uno all’altro. E la gente credo che lo apprezzi e ci sostenga ancora di più. Il tennis è un gioco molto mentale e imparare a gestire i momenti di difficoltà, le tensioni è tanto importante quanto affinare la tecnica e la parte atletica».

Sugli idoli che di più lo hanno influenzato, Alcaraz non ha dubbi:

«Il mio idolo è sempre stato Rafa. Però ammiro molti sportivi, è stato emozionante incontrare Messi, anche se tifo Real Madrid. Però come si fa a non essere affascinati da grandi come lui e come Cristiano Ronaldo? Sono anche un grande tifoso di Fernando Alonso, pilota straordinario e di Pau Gasol. Sono icone dello sport e ancora adesso mi imbarazzo a parlare con loro».

 

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