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A Napoli i carbonari del basket sono scesi in strada ma per festeggiare la salvezza della Gevi

Altro che scudetto, la Napoli del basket ha sofferto fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata. E così pure Scafati. Alla fine fanno tutti festa

A Napoli i carbonari del basket sono scesi in strada ma per festeggiare la salvezza della Gevi
L'immagine è tratta dalla pagina ufficiale Facebook del Napoli Basket

Era l’ora – minuto più trombetta meno – di Sorrentino, o di Clementino o Manfredi, insomma d’un artista sul prato del Maradona per la terza (seconda? quarta?) festa scudetto del Napoli. In alcuni covi carbonari della città sportiva mordevano i divani sparute minoranze di “diversamente tifosi”: i malati di basket, i fedelissimi della Gevi Napoli. L’altra faccia dello scudetto: la salvezza.

In concomitanza con Napoli-Fiorentina la Gevi era in campo a Verona, per l’ultima decisiva giornata del campionato di Serie A1: un match dentro-fuori, vinci e ti salvi, perdi e retrocedi. E nel basket il tempo è infame: non c’è mai un verdetto che si prenda il suo agio. E’ tutto misurato in secondi, a volte anche meno. Se il Napoli del calcio aveva vinto il campionato da settimane, il Napoli Basket è rimasto appeso all’ultima stilla d’energia possibile. Esattamente come l’anno scorso, quando andò a prendersi la permanenza in A1 in casa della Fortitudo, a Bologna.

E quindi il totale, asincrono, straniamento ambientale: fuori la festa diffusa, slabbrata, dei cortei a lunga conservazione; dentro, l’angoscia del terzo quarto finito male, del -7 a inizio del quarto, l’eccitazione della rimonta e infine la liberazione emotiva con un paio di rimbalzi di Wimbush e i punti pesantissimi di Stewart e Williams.

Era l’ora, a occhio, di Liberato e Geolier a Fuorigrotta, quando i pochissimi – sudati ben oltre l’azzeccoso – che avevano snobbato il risultato acquisito del calcio per soffrire appresso alle sorti di quella squadra “minore” cambiavano canale in uno zapping isterico. Perché pure a partita e campionato finiti c’era da risolvere il mistero: chi è retrocesso con Verona? Il basket è così, è un orgasmo multiplo di ultime occasioni. E quindi: Scafati! Che fa Scafati? Reggio Emilia ha già vinto e aspetta, Trieste ha già perso e aspetta. Che fa Scafati?

A Scafati manca un minuto. A 10 minuti dalla fine Brescia era avanti di 17 punti. Nel frattempo David Logan, anni 41, si mette a segnare. Non sbaglia più. Segna 5 punti negli ultimi 38 secondi, quando Brescia (che si sta giocando i playoff e non molla un centimetro) è ancora sopra. Logan mette, cadendo all’indietro, la tripla del +2, e poi firma il canestro del definitivo +4. L’ultimo quarto finisce con un parziale di 27-6. Che fa Scafati? Scafati si salva così. Come Napoli. Scende Trieste.

L’altra Napoli si gode in parallelo non un titolo, ma il tracollo evitato. Si scende in strada, ci si mescola, tanti i cori sono gli stessi. Alla fine le feste aderiscono, si confondono. Lo scudetto e la salvezza in una botta sola.

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