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Stesso Stadium, stessa porta. Stavolta il gol vale davvero lo scudetto, è di Raspadori

Il Napoli segna e vince al 94esimo 1-0 contro la Juventus. È stata una partita dominata e domenica a pranzo può festeggiare lo scudetto

Stesso Stadium, stessa porta. Stavolta il gol vale davvero lo scudetto, è di Raspadori
Torino 23/04/2023 - campionato di calcio serie A / Juventus-Napoli / foto Image Sport nella foto: esultanza gol Giacomo Raspadori

Stesso stadio, stessa porta. Sempre quella. La porta dei gol scudetto del Napoli allo Juventus Stadium. Ma questo sarà veramente il gol scudetto, non come quello di Koulibaly che fu illusorio. Non c’è albergo che tenga. Lo ha segnato Raspadori con un sinistro al volo su cross di Elmas. Il campionato è finito al minuto 94. Uno a zero (strameritato) e adesso il Napoli potrà vincere il campionato domenica prossima se sabato batterà la Salernitana e se domenica alle 12.30 la Lazio non vincerà a Milano contro l’Inter. I punti di vantaggio sulla Lazio sono 17 a sette giornate dal termine. Domenica a pranzo può scattare la festa, quella vera. Senza programmazione, con le persone che scendono in strada con le bandiere.

È di Raspadori il gol scudetto. Se lo merita. Il suo gol è anche il gol per tutti i cosiddetti panchinari che hanno avuto un ruolo fondamentale in questa stagione. È entrato al minuto 86 e ha messo la firma sul terzo scudetto della storia del Napoli.

Il Napoli aveva già dimostrato di essere sano. Era durato un quarto d’ora lo shock per l’eliminazione in Champions. Dopodiché ha preso in mano la partita. Con il piglio e la consapevolezza della squadra che sa il fatto suo. Piano piano, la partita è diventata un assedio. Minuto dopo minuto, la squadra di Spalletti si è impossessata del campo e ha cominciato a incutere timore alla Juventus. Sono cresciuti Anguissa e Lobotka, Ndombele (preferito a Zielinski) non ha per niente demeritato. Nel secondo tempo la pressione azzurra è stata dilagante. Contraddicendo il piano partita di Allegri che era abbastanza chiaro. Il livornese – freddino il saluto con Spalletti – è partito con tanti big in panchina per poi provare a sfruttare la stanchezza del Napoli nell’ultima mezz’ora. Ma il Napoli non è calato. Anzi. Le due azioni più pericolose sono state con Osimhen: per due volte il destro del nigeriano non è stato preciso. La prima volta il pallone è finito fuori di un niente, la seconda alta.

Al Napoli ha fatto certamente bene il rientro di Kim che non ha fatto reparto da solo ma quasi. Non solo ha sbrogliato un paio di situazioni complicate ma la sola presenza lì in mezzo è fonte di tranquillità.

Il Napoli ha dimostrato che tra sé e la Juventus ci stanno tutti i quasi venti punti di distacco sul campo (come amano dire gli juventini). I bianconeri sono almeno una categoria inferiore, diciamo anche due.

Come in ogni Napoli-Juventus che si rispetti, ci sono state polemiche arbitrali. Due gli episodi. Nel primo tempo il Napoli ha recriminato per la mancata espulsione di Gatti che ha rifilato uno schiaffone a Kvara. Fabbri non è stato richiamato dal Var Aureliano e la vicenda si è chiusa lì. Nella ripresa, nel finale, Di Maria ha anche segnato in contropiede ma tutto è nato da un fallo di Milik su Lobotka. Stavolta Fabbri è andato al Var e ha annullato.

Ma il gol di Raspadori ha cancellato tutto.

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