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Zoff: «Retegui non può scalzare Immobile che fa 50 gol a stagione»

A Radio Anch’io: «Dobbiamo fare meno le vittime sul nostro campionato. Mancini ne convoca tanti ma nel ’74 è successo la stessa cosa e il panorama era diverso»

Zoff: «Retegui non può scalzare Immobile che fa 50 gol a stagione»
Db Pescara 11/10/2011 - qualificazione Euro 2012 / Italia-Irlanda del Nord / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Dino Zoff

Ai microfoni di Radio Anch’io, su Rai Radio 1, è intervenuto Dino Zoff, storico portiere della nazionale italiana e vincitore della Coppa del Mondo 1982. Zoff ha commentato le prestazioni dell’Italia contro Inghilterra e Malta, le partite valide per la qualificazione a Euro 2024. Ha anche commentato la situazione attaccanti della nazionale:

«Retegui l’uomo giusto per questa Nazionale? Non si può dire di aver trovato l’uomo giusto dopo una partita e mezzo, quando c’è Immobile che segna 50 gol a stagione da tre anni, bisogna metterci d’accordo. Sicuramente non ce ne sono tanti, è un dato di fatto. Però non che arriva uno e può scalzare uno che fa 50 gol all’anno, è un’esagerazione».

La nazionale ha bisogno di nuovi giocatori, giovani e capaci di calcare i palchi internazionali. La pensa così Zoff, sapendo però che, rispetto a quando giocava lui, le cose sono cambiate:

«Ci sono pochi giocatori italiani. Ai miei tempi, in Friuli eravamo dieci-dodici in Serie A e due-tre in Nazionale maggiore. Poi per trent’anni il Friuli non ha avuto giocatori in Serie A. Ci sono proprio meno giovani italiani che giocano. Non ce ne sono tanto bravi anche all’estero. Mancini, avendo poche possibilità, ne convoca tanti. Ma ricordo che nel ’74 è successo all’incirca la stessa cosa, con tante prove e tanti giocatori nuovi, anche se il panorama era diverso, molto più ampio».

Continua:

«Ci sta puntare sulle seconde generazioni, anche perché se i giocatori non ci sono non e’ che smettiamo di giocare a calcio. Africa e Sudamerica producono sempre un sacco di giocatori, hanno la possibilità di fare quello che facevamo noi negli anni ’60: giocare ore e ore a giocare in grandi spazi. Adesso invece i giovani giocano due volte a settimana per un’ora ed è già tanto. Dobbiamo andare ai prossimi Europei e Mondiali, ma dobbiamo fare meno le vittime sul nostro campionato».

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