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Rivista Undici celebra il Napoli. Di Lorenzo: «Chi va via, finisce per rimpiangere club e città»

Il capitano in copertina: «credo che gli allenatori debbano adattarsi ai calciatori, ma pure i calciatori devono mettersi a disposizione del mister»

Rivista Undici celebra il Napoli. Di Lorenzo: «Chi va via, finisce per rimpiangere club e città»
Db Reggio Emilia 17/02/2023 - campionato di calcio serie A / Sassuolo-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Giovanni Di Lorenzo

Rivista Undici celebra il Napoli. In copertina c’è il capitano del Napoli Giovanni Di Lorenzo intervistato da Alfonso Fasano. La rivista esce oggi, contiene anche un’analisi sulla città di Massimiliano Gallo. Di Lorenzo è un giocatore sbocciato in età già matura, non un giovane esploso all’improvviso. Quattro anni fa, a 24 anni, giocava ancora in Serie C. In quattro anni è passato alla vittoria degli Europei con la Nazionale e oggi è il capitano di un Napoli che sta stracciando ogni record in Serie A e che incanta anche in Europa.

«Era difficile immaginare un percorso del genere, visto da dove sono partito: oggi la maggior parte dei giocatori comincia nelle prime squadre, a un livello già alto. Non cambierei niente, tutto ciò che ho fatto mi ha reso la persona e il calciatore che sono. E poi, quando raggiungi certi risultati partendo dalle categorie inferiori, la soddisfazione è doppia. La mia forza più grande è stata la capacità di non mollare mai. E adesso gioco in una grande squadra che disputa le coppe europee e anche nell’Italia, sento l’inno nazionale e quello della Champions prima delle partite: sono cose che uno sogna da bambino, sono cose che a me toccano molto visto quello che ho fatto per arrivare fino a qui. Sono emozioni forti, e me le sto godendo tutte».

Parla della decisione di Spalletti di dargli la fascia da capitano, dopo la partenza di Lorenzo Insigne per il Canada.

«Non mi aspettavo di essere scelto, non pensavo che potesse toccare a me. Insigne e Mertens erano già andati via, Koulibaly è stato ceduto durante il ritiro. A quel punto il mister doveva scegliere, e credo che abbia scelto me per il modo in cui mi comporto, non solo in partita ma anche in allenamento, per il fatto che vado sempre al massimo».

Tutti i compagni lo hanno scelto come capitano.

Di Lorenzo elogia il club di De Laurentiis.

«Il merito è anche del club, infatti chi va via finisce per rimpiangere tutto quello che si è lasciato alle spalle: la società, la bellezza della città, il calore dei tifosi e delle persone in generale. Sono cose che possono venire a mancare, e infatti sono in tanti a voler tornare qui».

Di Lorenzo parla del Napoli nato dopo Dimaro, anzi, già in ritiro, quando la squadra veniva contestata dai tifosi, pur avendo guadagnato un posto in Champions League.

«Eravamo reduci da un’estate particolare. L’ambiente di Napoli aveva vissuto con dispiacere le partenze di tanti giocatori simbolo, alcune anche inaspettate. Però io vedevo e sentivo che stava nascendo un bel gruppo, che stavano arrivando giocatori molto bravi anche se non famosissimi, ma soprattutto disponibili: io credo che gli allenatori debbano adattarsi ai calciatori, ma pure i calciatori devono mettersi a disposizione del mister. Anche i ragazzi tornati dai prestiti volevano dimostrare di essere all’altezza, di poter stare del Napoli, e si sono inseriti subito nel gruppo. Mi ricordo che, dopo alcune amichevoli in ritiro, dissi a uno dei collaboratori di Spalletti che quest’anno potevamo fare molto bene. Ecco, sta andando proprio così».

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