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Prandelli dà l’addio al calcio: «La passione rimane, ma basta allenare»

A Radio1: «Ricevo sempre delle richieste, ma ora la panchina che sogno è quella in un parco con i miei nipotini per godermi la vita con loro».

Prandelli dà l’addio al calcio: «La passione rimane, ma basta allenare»

Cesare Prandelli dà l’addio al calcio. Lo ha dichiarato lui stesso in un’intervista a Radio Anch’io Sport, su Radio1.

«La passione rimane, una grande passione. Sto molto bene, tutto il resto passa. Ricevo sempre delle richieste, ma al momento la panchina che sto sognando è quella in un parco con i miei nipotini per godermi la vita con loro. Basta allenare».

La sua ultima panchina risale al 2021, con la sua seconda avventura con la Fiorentina. Proprio in riferimento all’esperienza toscana, Prandelli ha parlato anche di Dusan Vlahovic, oggi alla Juventus. Il serbo ha sbagliato un rigore contro la Sampdoria.

«I rigori si possono sbagliare, ma la reazione che ha avuto nei 15 minuti successivi all’errore al dischetto è stata da grandissimo giocatore. Non ha abbassato la testa, ha cercato di fare gol in tutti modi, è stato sfortunato in due situazioni, ma ha comunque contribuito al quarto gol della Juventus. Penso sia un giocatore molto molto forte, credo sia più un problema di squadra: se hai un giocatore così devi finalizzare di più, ma soprattutto quando vai sugli esterni non è che bisogna fare finte e controfinte, così per una punta diventa molto complicato».

Prandelli parla anche della Nazionale di Roberto Mancini e della mancanza di giocatori italiani.

«Passano gli anni, ma sono sempre gli stessi argomenti, è arrivato il momento di prendere in mano la situazione e cercare di capire cosa può fare la federazione. Noi in quegli anni siamo stati coinvolti nei progetti, abbiamo avanzato anche proposte, ma siamo stati un po’ rimbalzati. A livello internazionale siamo molto competitivi fino ai 19 anni, i dati sono clamorosi: le nostre nazionali giovanili fanno risultati molto importanti. Dai 19 anni in poi, la maggior parte di questi giocatori si perde: vuoi perché le grandi squadre scelgono giocatori stranieri, vuoi perché i nostri ragazzi sentono di più la pressione rispetto ai coetanei stranieri. Noi abbiamo fatto delle proposte: una era quella di fare una Nazionale, dopo l’Under 21, che poteva partecipare al campionato di Serie B. Penso sia ancora molto valida come proposta».

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