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Il Tar su Napoli-Eintracht: «il pericolo per la sicurezza pubblica è generico, divieto non motivato»

La sentenza definisce «non proporzionato» il divieto di vendita dei biglietti ai tedeschi. «Irrilevante la questione dei tifosi dell’Atalanta»

Il Tar su Napoli-Eintracht: «il pericolo per la sicurezza pubblica è generico, divieto non motivato»
Siviglia (Spagna) 18/05/2022 - finale Europa League / Eintracht Francoforte-Rangers Glasgow / foto Image Sport nella foto: coreografia tifosi Eintracht

Il Tar dà ragione all’Eintracht, sospeso il divieto di vendita dei biglietti ai tedeschi.

CalcioeFinanza riporta stralci dell’ordinanza.

Il Tar scrive che  la misura di divieto di vendita dei biglietti “non adeguatamente motivata quanto ai presupposti di fatto da cui origina; al riguardo, si fa riferimento, invero, alla sola partita di andata a Francoforte, unico precedente nel quale, in circostanze di luogo del tutto diverse, le due tifoserie si sono recentemente incontrate (a parte un antichissimo altro evento) e nel corso del quale, a quanto è dato desumere dalla produzione di parte ricorrente (cfr. allegati 013 e 014 della produzione, rapporti della Polizia di Francoforte), gli incidenti verificati sono stati prontamente individuati e bloccati con l’intervento tempestivo delle forze dell’ordine e l’individuazione dei responsabili”.

“Infine, del tutto irrilevante è, con evidenza, la questione della tifoseria dell’Atalanta, che sarebbe stata presente a Francoforte e gemellata con la squadra tedesca e che si teme possa intervenire anche a Napoli, che tuttavia resta estranea al divieto impugnato; sicché il “pericolo” per la sicurezza pubblica resta solo genericamente prospettato, ma di fatto, in assenza di ulteriori e concreti elementi predittivi, predicabile per tutti gli eventi sportivi del genere di quello che ne occupa e dunque non utilizzabile per la validazione di misure del genere di quella impugnata”.

Inoltre, la decisione secondo il TAR pare anche  “non proporzionata, giacché finisce per sposare l’”opzione zero”, senza considerare la possibilità di contenere il paventato rischio con misure alternative e meno invasive“ e perché “impone il divieto, generalizzato, a tutti i cittadini tedeschi (più di ottanta milioni di persone), senza ipotizzare neppure la possibilità di concentrare l’inibitoria su più immediate e identificate fonti di pericolo”.

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