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Gabriel Garko: «La vera normalità ci sarà quando non sarà più necessario fare coming out»

Al CorSera: «Non è giusto che si debba confessare pubblicamente l’omosessualità solo perché la società impone che tutti devono essere eterosessuali».

Gabriel Garko: «La vera normalità ci sarà quando non sarà più necessario fare coming out»

Il Corriere della Sera intervista Gabriel Garko. Da trent’anni recita al cinema, in tv e a teatro. Nel 1991 ha vinto il
concorso «Il più bello d’Italia». Nel 2016 ha condotto il Festival di Sanremo insieme a Carlo Conti, Virginia Raffaele e Madalina Ghenea. Racconta il suo rapporto con le fan invasate.

«L’ultima mi è capitata nei giorni scorsi. Diceva di essere Marilyn Monroe e si era piantata davanti a casa. Minigonna, tacchi a spillo e tette di fuori, non voleva andarsene e una volta è riuscita persino a entrare dentro casa. Sono riuscito a farla uscire con le buone maniere, ma poi ho dovuto chiamare i carabinieri, perché un giorno mi si è addirittura buttata sotto le ruote dell’auto… una matta… era diventata pericolosa e non mollava!».

Garko racconta che gli capita spesso di essere assediato dagli ammiratori e di viverla male, a volte. Gli viene chiesto se il successo è una prigione dorata. Risponde:

«In passato l’ho vissuto come tale: una volta, vedendo la mia immagine sulla copertina di una rivista, mi sono addirittura spaventato. Ma ormai mi sento più libero. Oggi le persone sui social vendono la loro vita che è finta. Lo star system vende sogni e, se non sei molto equilibrato e la tua vita non è serena, si vive male, perché devi nascondere la tua vera identità interiore, cosa che ho fatto anche io per anni. Ho tante volte interpretato personaggi che non avevano nulla a che fare con me e il dover restare sempre nascosto non è facile. Il lavoro però mi ha fortificato».

Garko parla del coming out sulla sua omosessualità.

«Preciso subito che non sono molto d’accordo col coming out: la vera normalità ci sarà quando non sarà più necessario doverlo fare. Innanzitutto, non è che tutti devono sapere i fatti tuoi, non è assolutamente giusto che una persona debba confessare pubblicamente la sua omosessualità solo perché la società impone che tutti devono essere eterosessuali. E se il mondo fosse al contrario? E se gli etero dovessero fare coming out?».

Sul rapporto con i suoi genitori:

«Hanno sempre saputo la mia verità, erano molto evoluti, non erano bigotti, non mi hanno trasmesso dei tabù e sono sempre stati miei complici. Quindi credo che, se in una famiglia normale padre e madre dicessero ai figli che esistono l’uomo etero, quello gay, la donna lesbica, il trans… eccetera, tra vent’anni non ci sarebbero più problemi nel dichiararsi serenamente in un modo o nell’altro».

Garko ha iniziato a recitare a 17 anni, diretto dal grande Dino Risi nella miniserie-tv «Vita coi figli», a fianco di attori come Giancarlo Giannini, Monica Bellucci.

«Avevo una particina, interpretavo il fidanzatino della figlia di Giannini ed ero terrorizzato. Ma Risi era un uomo molto paziente e mi ha insegnato come studiare bene la parte. Però, quando poi mi sono rivisto nel film, mi son detto: che cane che ero!».

Sul grande schermo è stato diretto da Franco Zeffirelli e in teatro da Luca Ronconi. Ne parla.

«Franco era affettuosissimo, ma se si arrabbiava venivano giù i muri».

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