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Jankto: «Il coming out per molti è una rivoluzione, per me è normale»

A ‘Le Iene’: «Io vado a proteggere anche mia moglie, poi per quello che fanno gli altri non posso fare tanto. Lui ora ha 3 anni e mezzo e spero che quando ne avrà 7/8 ci sarà più libertà».

Jankto: «Il coming out per molti è una rivoluzione, per me è normale»
Mg Genova 07/03/2021 - campionato di calcio serie A / Sampdoria-Cagliari / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Jakub Jankto

L’ex centrocampista della Sampdoria, Jakub Jankto, è stato intervistato dalla trasmissione televisiva ‘Le Iene’ una settimana dopo il suo coming out. Di seguito la sua intervista:

Il gesto che hai fatto, nel mondo del calcio, è una rivoluzione pazzesca. Che cosa è successo dopo che tu hai fatto coming out?

«Per alcuni è una rivoluzione, per me è una cosa assolutamente normale».

Ma qual è stata la reazione della gente?

«Mi hanno applaudito, l’abbiamo visto ieri sera, nella prima partita dopo il coming out quindi le sensazioni sono top».

Sul campo, una volta fatto il coming out, non ti senti più libero? Cioè, cambia il tuo modo di giocare, di vivere lo sport?

«Ho postato su Instagram che, dopo tanto tempo, avevo giocato con il sorriso. Puoi vincere, fare tripletta, puoi fare goal però con il sorriso».

Ci sono molte tifoserie che vengono additate come razziste. Tu non hai paura che ci siano, in futuro, dei cori omofobi su di te?

«Soprattutto quando giochi fuori casa ti vengono a dire certe parolacce, gli ultras sono così».

È stato difficile trovare il coraggio di dirlo?

«Madre mia, sì! Dopo 26 anni con quella barriera non puoi vivere come vuoi e dopo quel coming out mi sento veramente libero ed è straordinario».

Pensi che ci possano essere altri giocatori che dopo di te faranno coming out?

«Tanta gente ha paura di mettere “fuori” quella cosa. Per questa gente andiamo anche ad aiutare».

Tu hai un’ex fidanzata e un figlio. Non hai paura che tuo figlio possa avere delle ripercussioni a scuola?

«Io vado a proteggere anche mia moglie, poi per quello che fanno gli altri non posso fare tanto. Lui ora ha 3 anni e mezzo e spero che quando ne avrà 7/8 ci sarà più libertà».

Siamo stati nei centri di allenamento delle principali squadre e abbiamo chiesto ai calciatori cose pensassero del tuo coming out. Moltissimi di loro non si sono fermati, sono andati via e ci hanno un po’ evitati. Pensi che il mondo del calcio sia omofobo?

«Sicuramente un po’ sì perché se sono io il primo calciatore è così».

 Ci sono state un po’ di frasi che vorrei commentare con te. Damiano Tommasi, ex calciatore, dice che in una squadra di calcio si condivide un’intimità, un coming out potrebbe rivelarsi un boomerang.

«Speriamo non sia così, non voglio neanche pensare sia così. Ci ho messo la faccia e lo farò sempre».

 Maurizio Sarri ha detto che il calcio è diventato uno sport per fr**i.

«Queste parolacce mi sembrano un po’ eccessive, come ha detto Claudio Ranieri, siamo tutti una famiglia».

Voglio leggerti una cosa, il titolo di un quotidiano «Jankto arriva a fine carriera e si ricorda che è gay. Entra nella storia non per i successi sportivi ma perché è il primo calciatore importante a rivelare l’omosessualità».

«No, no, no, io ho fatto una grande carriera e ne farò, non voglio considerare queste cose perché è totalmente inutile. Io mi auguro che diventi una cosa normale, un messaggio positivo».

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