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A Napoli piangevano tutti per Koulibaly e Mertens, poi hanno vinto lo scudetto (Gazzetta)

“Non vale la pena svenarsi per un Insigne a fine carriera”. “Se devi stare attento ai bilanci meglio sapere chi sono Kvara e Kim, e investire nello scouting”

A Napoli piangevano tutti per Koulibaly e Mertens, poi hanno vinto lo scudetto (Gazzetta)
Mg Firenze 09/02/2019 - campionato di calcio serie A / Fiorentina-Napoli / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Dries Mertens-Kalodou Koulibaly

A Napoli piangevano tutti per Koulibaly e Mertens, poi hanno vinto lo scudetto, scrive sulla Gazzetta dello Sport Franco Arturi, in un pezzo in cui si sofferma sull’importanza dello scouting nel calcio moderno, in particolare quando occorre prestare attenzione ai bilanci.

“Se devi stare molto attento ai bilanci (e in questa categoria rientra tutta la Serie A, Juve compresa), il primo imperativo è sapere chi siano Kvara, Kim, Lobotka, il Leao di tre anni fa, Tonali, Kalulu, Barella, Bastoni, e di
prelevarli giovanissimi a costi accessibili”.

I big non rinnovano? Pazienza, i club cerchino dei sostituti giovani e talentuosi, in grado di rimpiazzarli a dovere e a costi più contenuti. Proprio quello che ha fatto il Napoli, a proposito del quale, Arturi scrive:

“Così come il Napoli aveva salutato anche il fortissimo Koulibaly e Mertens, il cannoniere storico nel lungo percorso del Napoli. Piangevano tutti, ma il risultato è uno scudetto che arriverà a ritmo record e un cammino già esaltante in Champions. È una costante nella storia del calcio, ma si tende a dimenticarla sull’onda del conformismo tecnico e affettivo: fra i tanti precedenti c’è la Juve del dopo cessione a cifra record di Zidane (più quella di Filippo Inzaghi), che aprì immediatamente un nuovo ciclo vincente, con l’arrivo contemporaneo di Nedved, Buffon, Thuram e Cannavaro”.

Insomma, non vale la pena svenarsi per tenere a tutti i costi un Leao o un Insigne, meglio investire in chi i talenti va a scovarli in giro per il mondo.

“fossi nelle segreterie dei club, non mi svenerei per tenere a tutti i costi il Leao della situazione (che peraltro da tre mesi è irriconoscibile, come tutta la squadra) o l’Insigne avviato a fine carriera. Ma nemmeno Skriniar, Bastoni o Zaniolo. Se sono davvero di un’altra categoria, o ritenuti tali, la Premier o le due spagnole se li porteranno comunque via, almeno finché il sistema calcio Italia non ritroverà uno straccio di competitività collettiva. Purtroppo, è comprovato che i giocatori stessi ritengono essenziale, per le loro “scelte di vita” incassare 7 milioni all’anno anziché 5. E dunque facciamocene una ragione e mettiamo al centro del villaggio e dei progetti quelli che sanno dove pescare chi ci farà sognare domani. Altra via non c’è”.

 

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