In conferenza: «Arteta mi ha reso un allenatore migliore. L’Arsenal era il club che sognava, me lo ha dimostrato in campo. La vita è troppo breve. Bisogna volare».

Domani il Manchester City di Pep Guardiola affronterà l’Arsenal di Arteta nella FA Cup inglese. Il maestro contro l’allievo. Entrambi i tecnici, oggi, hanno parlato in conferenza stampa. Nella sua, Guardiola ha dichiarato che se il Barcellona lo chiamasse in panchina, in qualsiasi momento, lui accoglierebbe con piacere la notizia e correrebbe: quello è il mio club, ha detto.
«Se alleno qui, ovunque e il Barcellona mi chiama, io ci vado: è il mio club».
Guardiola ha parlato anche di Arteta, innanzitutto del motivo per cui lo ha portato al City.
«Eravamo in contatto fin da prima che io arrivassi al City. Abbiamo avuto delle conversazioni e abbiamo deciso di lavorare insieme. Dopo mezz’ora di conversazione mi sono convinto che fosse la persona giusta. La sua influenza su di me è stata molto importante e mi ha reso un allenatore migliore».
E sulla scelta di Arteta di andare all’Arsenal:
«Ho avuto molti assistenti allenatori e non ho mai voluto che qualcuno di loro fosse d’accordo con me. Sapevamo che se gli avessero offerto di allenare una squadra se ne sarebbe andato. Non sono uno di quelli che dicono ai propri collaboratori: ‘no, devi restare’. Abbiamo segnato tanti gol e lui ha sempre saltato ed esultato, tranne contro una squadra. Io ho saltato, esultato, mi sono girato e lui era seduto. Era l’Arsenal. Così ho capito: “A questo ragazzo piace l’Arsenal. Tutti hanno dei sogni e so che è andato nel suo club, il club che sognava. Era un tifoso dell’Arsenal giocando lì, era capitano e amava quel club. Non ho voluto oppormi. La vita è troppo breve. Bisogna volare».