Berrettini: «Ho letto critiche perché ero arrivato secondo a Wimbledon»

Alla Gazzetta: «Mi sono tatuato un sole, rappresenta mia madre che è il centro del nostro sistema solare, la famiglia».

Berrettini binaghi tennis

Db Bologna 16/09/2022 - Coppa Davis / Italia-Argentina / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Matteo Berrettini

Sono cominciati stanotte gli Australian Open (e si registra già il forfait di Kyrgios), la Gazzetta intervista Matteo Berrettini l’anno scorso battuto in semifinale da Nadal.

Ha fatto qualche rito propiziatorio, bruciato il calendario?

«No no, nessun rito. Non sono particolarmente scaramantico. Non voglio più pensare a quello che è stato né alle occasioni mancate. Voglio guardare avanti».

Primo obiettivo?

«Il benessere, a 360 gradi, anche a livello mentale, che va di pari passo con quello fisico. La nostra vita, e questo sport, ti portano spesso al limite: cercare il giusto equilibrio psicologico, essere più rilassati, aiuta anche a infortunarsi meno».

Le critiche.

Ci sarà sempre qualcuno pronto a criticare. Il mio motto è “vivi e lascia vivere” e se devo fare un apprezzamento cerco sempre di farlo in chiave positiva. Mi è capitato di leggere qualche critica perché ero arrivato “secondo” a Wimbledon, c’era chi sosteneva che non ci fosse niente da festeggiare o essere contenti. Come se per sentirsi realizzati nella vita bisognasse essere sempre e solo dei vincenti».

Nei momenti difficili lei si è sempre affidato alla famiglia. Siete molto uniti.

«Loro sono la mia forza. Il mio primo tatuaggio è stato la data di nascita di mio fratello Jacopo. L’ultimo un sole, che rappresenta la mia mamma. Lei ama il sole, la sua energia e ho voluto inciderlo sulla mia pelle. Perché, in fondo, mia mamma è il centro del nostro sistema solare, la famiglia».

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