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Ziliani: salvate il soldato Cherubini, l’unico nella Juve ad aver lottato da obiettore di coscienza

Sul Fatto. Ha sparato anche lui qualche cartuccia, come si evince dalle intercettazioni, ma intimamente era scioccato da ciò che gli toccava fare e vedere 

Ziliani: salvate il soldato Cherubini, l’unico nella Juve ad aver lottato da obiettore di coscienza
Db Parma 24/08/2019 - campionato di calcio serie A / Parma-Juventus / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Andrea Agnelli-Fabio Paratici

Ziliani: salvate il soldato Cherubini, l’unico nella Juve ad aver lottato da obiettore di coscienza

Salvate il soldato Cherubini, scrive Paolo Ziliani sul Fatto Quotidiano. Nei loschi affari della Juventus, coinvolta nell’inchiesta su plusvalenze e stipendi, il direttore sportivo bianconero è l’unico, nel club, ad essersi comportato come un obiettore di coscienza.

“Onore al soldato Cherubini! All’anagrafe Cherubini Federico, nato a Foligno il 4 gennaio 1971, il solo dirigente della Juventus cui la Procura di Torino ha risparmiato la richiesta di rinvio a giudizio recapitata al presidente Agnelli, al vicepresidente Nedved, al direttore generale (oggi ex) Paratici e ad alti dirigenti dell’area amministrativa sul capo dei quali pende la contestazione di una decina di reati. Onore al soldato Cherubini, l’oscuro ds del Foligno che nel 2012 Marotta assunse alla Juventus come direttore sportivo delle giovanili e che Agnelli, sbarazzatosi di Marotta, promosse nel 2018 direttore tecnico. Il processo è ancora di là da venire ma il tributo a Cherubini, il soldato uscito senza graffi dal martoriato campo di battaglia juventino, è doveroso”.

È vero, continua Ziliani, anche Cherubini ha sparato qualche cartuccia di troppo, come dimostrano le intercettazioni, in particolare quella in cui pressa Carnevali per l’affare Locatelli.

“È indubbio tuttavia, come traspare dall’inchiesta, che il soldato Cherubini stesse combattendo con l’animo dell’obiettore di coscienza; intimamente amareggiato, spaventato per non dire scioccato da ciò che gli toccava fare e vedere”.

Lui stesso ha ammesso, sempre nelle intercettazioni, di essere stato sul punto di vomitare, alcune sere, a pensare a ciò che faceva la Juventus. Lo diceva al dirigente Bertola al telefono:

«Io ti giuro, c’ho avuto delle sere che tornavo a casa e mi veniva da vomitare solo a pensarci. Abbiamo sostenuto, pompato quel meccanismo sostenendolo con quelle operazioni-scambio: è stata una cosa che se ci penso adesso dico,
ma come mai non ci siamo fermati prima? Mi sentivo che mi stavo vendendo l’anima».

Ziliani scrive:

“Dicono che coi magistrati Cherubini sia stato collaborativo: viene dal Foligno, non è tipo di mondo come Chiellini e Buffon. Quale domani lo aspetta? Conoscendo le abitudini della Real Casa, non roseo”.

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