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Mazzone raccontato dai suoi giocatori: un padre ci vuole

Il docufilm su PrimeVideo, a raccontarlo ci sono Guardiola, Baggio, Totti, Signori, Ranieri. «Ci voleva un romanista per far vincere lo scudetto alla Lazio»

Mazzone raccontato dai suoi giocatori: un padre ci vuole
2006 archivio Image Sport / Calcio / Livorno / Carlo Mazzone / foto Gabriele Maltinti/Image Sport

Per noi è stato tra i tre allenatori più bravi d’Italia con Osvaldo Bagnoli ed Ottavio Bianchi: stiamo parlando di Carletto Mazzone, trasteverino e romanista purosangue, classe ’37, la cui vita ora è sintetizzata in un bel docufilm – su Prime Video – dal bravo sceneggiatore e regista Alessio di Cosimo, con le testimonianze del figlio Massino e di Iole Mazzone, la nipote, che partecipa anche alla sceneggiatura, scritta anche con Alessandra Kre e Francesco Trento (splendida la fotografia di Giuseppe Chessa e le musiche originali che fanno tanto bene al cuore di Paolo Costa).

Ed è proprio quel cuore smisurato, insieme alla passione per il calcio, che emerge dalle testimonianze dei suoi giocatori-figli: Francesco Totti, Giuseppe Giannini, Roberto Baggio, Beppe Signori e Josep Guardiola… Carletto aiuta il papà in un’officina meccanica ma con la complicità di mamma Iole fugge al campo di calcio perché questa è la sua passione. Esordisce anche in prima squadra con la Roma centromediano, poi va ad Ascoli e ci resta perché trova il suo amore. C’è, però, il solito infortunio spezza-carriere, ma ad Ascoli trova anche Costantino Rozzi che gli disegna una carriera da tecnico che il nostro corre in tutte le piazze d’Italia: Bologna, Cagliari, Ascoli, la Roma del principe Giannini, di Balbo e Fonseca e di un giovanissimo Francesco Totti che regalò a Carletto la sua coppetta del Mondo per ringraziarlo di averlo cresciuto in campo e fuori. Poi il nubifragio di Perugia, “perché ci voleva un romanista per far vincere alla Lazio uno scudetto”. Eppoi il miracolo Brescia con un redivivo Lazzaro-Baggio e quella corsa dopo il 3-3 verso la curva dell’Atalanta, “perché si può scherzare su tutto, ma non sulla mamma”. E lo spareggio maledetto di Napoli con il Cagliari per restare in ‘A’.

Un altro calcio, quello, prima che anche nel calcio come nella nostra società non fosse stato consumato il delitto del Padre. “I padri servono, i padri ci vogliono”, dicono in coro Ranieri Totti, Baggio… Perché Mazzone con il suo 3-5-2 di lungo muso e con un Pirlo trequartista davanti alla difesa e con esterni-marcatori alla Zaccardo non ha raggiunto – al di là della Roma – le grandi piazze calcistiche? Perché non aveva mai scambiato la sua dignità orgogliosa con la Dea Immagine… “Io posso dire molto a tutti, loro nulla a me”. Quel calcio e quegli uomini ci mancano e non torneranno più…

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