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Gigi D’Alessio racconta quando Lucio Dalla si mise in fila a New York per il concerto di Mario Merola

Al Corsera: «C’erano i due concerti in contemporanea, da noi fila chilometrica. Si presentò: “vengo anche io, tanto da me non viene nessuno”»

Gigi D’Alessio racconta quando Lucio Dalla si mise in fila a New York per il concerto di Mario Merola
Db Milano 11/11/2009 - presentazione libro Lucio Dalla / Foto Daniele Buffa/Image nella foto Lucio Dalla

Gigi D’Alessio racconta quando Lucio Dalla si mise in fila a New York per il concerto di Mario Merola. Lo fa nell’intervista concessa al Corriere della Sera:

Dal 1989 al 1992 pianista di Mario Merola.

«Un personaggio unico, di grande carisma, eravamo come padre e figlio. Un pezzo di pane, l’uomo più buono al mondo, anche se nei film faceva il cattivo, il guappo, il carcerato, il mammasantissima. Girare a Napoli con lui era come passeggiare a New York con Sinatra».

E una sera d’inverno, nella Grande Mela…

«C’era un suo concerto e, in contemporanea, uno di Lucio Dalla, poco lontano. Davanti al teatro, con trenta centimetri di neve, si formò una fila chilometrica. A un certo punto arrivò pure Lucio. “Tanto da me non è venuto nessuno”. Grande Lucio, generoso. Parlava bene di me. “Questo sa leggere la musica come nessuno”».

Recentemente ha detto al Corriere del Mezzogiorno:

«Napoli è mammà, ma se nasci qui, affermarsi è difficile. Quando ci hanno chiamato “neomelodici” ci hanno ghettizzato, trasformandoci in una razza a parte. A Roma se gli artisti cantano le canzoni popolari romane non li chiamano neomelodici. Ho faticato per scrollarmi di dosso il peso dei pregiudizi: quando le radio importanti non passavano le mie canzoni o i giornali nazionali e quelli che contano non parlavano di me. Sono stato io nel tempo a costringerli ad interessarsi a me. Napoli mi ha sempre difeso. Nel febbraio del 2014 sono stato il primo italiano della storia — dopo Modugno, con Nel blu dipinto di blu (Volare) — a conquistare il primo posto della classifica World Music di Billboard tra i “top selling world music albums” con il disco “Ora”. Se ci sono riuscito è stato grazie alla mia città».

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