La Gazzetta riprende la cerimonia celebrata dal cardinale Matteo Maria Zuppi arcivescovo di Bologna: «Il guerriero ha vinto con la dolcezza della fragilità»
Oggi il funerale di Sinisa Mihajlovic, a raccontare il triste giorno la Gazzetta dello Sport che nota la presenza anche di una delegazione della Stella Rossa.
“Roma si ferma per l’ultimo saluto a Sinisa Mihajlovic. L’orario dei funerali era fissato alle 11.30, ma già alle 10 oltre duemila persone erano radunate all’esterno della basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri. Tifosi presenti: tantissimi laziali ma anche bolognesi, milanisti, interisti, sampdoriani e della Stella Rossa. Il feretro ha lasciato il Campidoglio intorno alle 9.40 e ha raggiunto piazza della Repubblica – parzialmente chiusa al traffico per l’occasione – alle 10.15, seguito dalla famiglia Mihajlovic. La folla ha accolto l’arrivo con un lungo applauso.”
Presenti diverse celebrità e istituzioni del calcio e della politica:
“Il Bologna, prima squadra, Primavera e dirigenza, ha raggiunto la basilica. E poi sono arrivati i giocatori e la dirigenza della Lazio. Presenti anche il ministro dello Sport Andrea Abodi e quello dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, il ct Mancini, Stefano Fiore, Vincenzo Montella e Massimo Ferrero, Giovanni Malagò, il presidente del Torino Urbano Cairo e il sindaco di Roma a Roberto Gualtieri. Presenti anche Salsano Lombardo, Marchegiani, Iachini, Sereni, Orsi, Juric, Branca, Montella, De Sanctis, Peruzzi e Luca Cordero di Montezemolo e tanti altri. Presente anche una delegazione della Stella Rossa. Ci sono anche Gigio Donnarumma, Francesco Totti e Daniele De Rossi: Totti praticamente camuffato con cappuccio e felpa, De Rossi ha infilato l’ingresso laterale. I due hanno preferito rimanere fuori dalla zona riservata ad autorità e familiari e sono in piedi vicino ad Angelo Di Livio. Ci sono anche Stankovic, Jugovic, Franco Baresi, anche l’ex portiere della Lazio Luca Marchegiani e Bruno Conti.”
Una cerimonia funebre che ha toccato i cuori dei presenti:
“Grande è chi aiuta e ama la sua squadra, chi valorizza il talento, chi crede in lui quando non è nessuno, Sinisa lo ha fatto. Contro il vero grande nemico disonesto che è il male, è questa la squadra che serve. La famiglia di Sinisa era la sua squadra del cuore, amato fino alla fine. La sua squadra del cuore ha giocato come voleva lui, poche ore prima in clinica Arianna giocava con Violante e mi ha commosso. Per quella squadra dava tutto. È rimasto lo stesso: ruvido, schietto, generoso. E allo stesso tempo dolce e tenero. A Medjugorje disse: «ho cominciato a piangere, come un bambino, non riuscivo a trattenermi e mi sono sentito più forte e più uomo quel giorno che in tutta la mia vita. Su quella panchina mi sono ripulito, ho iniziato a pregare e da lì l’ho fatto sempre. Non per dire voglio, ma grazie. Mi sono sentito appagato e puro, come un bambino appena nato». Le fragilità non sono ostacoli ma opportunità. Sinisa non scappava, l’ha affrontato con coraggio e credo che ha dato tanto coraggio parlandone, piangendo davanti agli altri, condividendo il passaggio verso la fragilità. Il guerriero ha vinto con la dolcezza della fragilità“.
Anche il Corriere del Sport ha voluto presenziare alla funzione:
“A tre giorni dalla prematura morte di Sinisa Mihajlovic, scomparso a 53 anni a causa della leucemia, è il giorno dell’ultimo saluto all’allenatore serbo. A partire dalle 11.30 si sono celebrati i funerali del tecnico ed ex difensore nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri a Roma, a piazza della Repubblica. ”
I tifosi di Lazio Bologna e Torino hanno acceso fumogeni, intonando lo storico coro “E se tira Sinisa… è gol!”