Coe: «Io sono favorevole a far gareggiare i russi purché questo sia etico e accettabile» (CorSera)
Il presidente della Federazione internazionale di atletica: «Già Churchill definiva la Russia un enigma irrisolvibile. La sfida è capire cos'è etico e accettabile». In Ucraina si contano già 180 atleti morti.

Sul Corriere della Sera parla Sebastian Coe, il presidente della World Athletics, la federazione internazionale dell’atletica leggera, interrogato sul parere del Cio che si era detto favorevole alla reintegrazione degli atleti russi.
Il Corriere fa notare al presidente le parole di Zelensky che aveva bollato come “sconcertante” il parere del Comitato olimpico, vista la situazione in Ucraina.
«Al posto di Zelensky avrei espresso esattamente lo stesso concetto. Come si può non dargli ragione? Poi però… Già Churchill definiva la Russia un enigma irrisolvibile e non è che le cose siano cambiate tanto. Vinsi ai Giochi di Mosca quando molte nazioni li boicottarono per via dell’invasione in Afghanistan mentre a Londra ci fu lo scandalo del doping. Sempre russi. E adesso dico che se si trova un percorso per far gareggiare gli atleti russi io sono favorevole purché questo sia etico e accettabile. La sfida è capire cos’è etico e accettabile quando da un parte c’è un paese aggredito, si contano 180 atleti morti e tante strutture sportive distrutte».
Il presidente Coe si dice in linea di massima favorevole e disposto ad assecondare il Cio a patto che si trovi un percorso “etico”. Dove risieda l’etica in questa faccenda però Coe non lo sa. Il Corriere infatti gli fa notare che l’atletica è stata la prima disciplina a squalificare gli atleti russi per il doping:
«Certo e la sospensione resta in vigore. Il prossimo marzo la task force del Cio confermerà o meno il lieve ottimismo espresso sui progressi dello sport russo dal punto di vista della cultura della legalità».
Infine un passaggio anche sul Kenya e sui suoi atleti coinvolti in una vicenda simile.
«Il Kenya non è la Russia, qui lo stato non supporta l’illegalità. Il numero dei dopati è largo e drammatico. Ho avuto incoraggianti discussioni con la federazione, il governo, l’organizzazione antidoping nazionale. Lo stato riconosce che la situazione è insostenibile e metterà 25 milioni per i prossimi 5 anni per controlli ed educazione».