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Reja: «Spalletti è un grandissimo allenatore, è l’anno giusto per lo scudetto al Napoli»

Al CorSport: «Giocano con la consapevolezza di poter vincere dappertutto, hanno fame. Nessuno abbassa la testa quando perdono palla. La riprendono».

Reja: «Spalletti è un grandissimo allenatore, è l’anno giusto per lo scudetto al Napoli»
Eddy Reja Image Sport

Il Corriere dello Sport intervista Edy Reja, ct dell’Albania. Ha 77 anni e più di mille panchine in carriera. Gli viene chiesto se ha intenzione di smettere.

«Non ascolto le voci, sono abbastanza grande, mi faccio una risata. Con Armand Duka, il presidente della federcalcio albanese, ho un rapporto profondo, quasi di amicizia. Terminiamo il lavoro, ci sono Italia e Armenia, poi ci sediamo
e ne parliamo. Il contratto scade a fine novembre. Vedremo cosa è meglio per il bene di tutti. Neppure voglio diventare patetico. Dico la verità. Non lo so, non ho deciso».

Reja parla di Mancini e dell’esclusione dell’Italia dal Mondiale. Il ct della Nazionale si è affidato a giocatori che in precedenza gli avevano dato buone risposte.

«Cerchi di far giocare quelli di cui ti fidi, non puoi accantonarli o lasciarli fuori. Bisognerebbe avere il coraggio di puntare su chi sta meglio, ma non è scontato».

Reja è stato alla Lazio e al Napoli. In entrambi i club, scrive il quotidiano sportivo, “si dimetteva e ci ripensava il giorno dopo”. Una volta, alla Lazio, dicono che Klose bussò allo spogliatoio per fargli cambiare idea.

«Volevo andarmene e lo comunicai alla squadra, salutandola. Dopo cinque minuti, vennero in due o tre a cercarmi nel mio spogliatoio. Miro mi guardò e disse: “Dai su, mister, mettiti la tuta e andiamo in campo. Non facciamo scherzi”. Mi cambiai e ripresi in mano l’allenamento».

Parla di Klose.

«Dal punto di vista professionale era imbattibile. Prendeva i palloni e li metteva nella sacca a fine allenamento, vedere i ragazzi della Primavera andare via senza raccoglierli, lo disturbava. Il primo giorno a Formello disse ai magazzinieri di non pulire i suoi scarpini, perché ci avrebbe pensato da solo. Questi sono i campioni. Gente da ammirare. Studiava gli avversari. Chiedeva le cassette per vedere i difensori che lo avrebbero marcato. Giocava sul centimetro, sugli anticipi. Grandissimo centravanti. Non so se diventerà un grandissimo allenatore. Di sicuro potrà essere di insegnamento a tanti ragazzi».

Il Napoli è da scudetto? Reja non ha esitazioni.

«Penso di sì. In tanti dicono, anche gli altri anni partiva così forte e poi crollava. Non sono d’accordo. Rosa adeguata, completa. L’unico insostituibile è Lobotka. Hanno scelta ampia in ogni reparto. Kim e Kvara sono straordinari, come Anguissa. Giocano con la consapevolezza di poter vincere dappertutto. Spalletti ha perso Insigne e Koulibaly, ma questi sono di alto livello e hanno fame. Nessuno abbassa la testa quando perdono palla. Rientrano e sono pronti a ricatturarla. Anche Osimhen. E’ il lavoro di Luciano. Grandissimo allenatore. Penso sia l’anno giusto per lo scudetto».

 

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