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Ranieri: «Il calcio italiano non sarà il migliore ma regala un grande bagaglio di conoscenze»

Alla Gazzetta sui 5 allenatori italiani agli ottavi. «vediamo partite, studiamo e ci aggiorniamo continuamente. Proprio per questo, presto o tardi, siamo in grado di prendere le contromisure a chiunque»

Ranieri: «Il calcio italiano non sarà il migliore ma regala un grande bagaglio di conoscenze»
foto Image Sport nella foto: Claudio Ranieri

Cinque tecnici italiani agli ottavi di Champions: i nostri Spalletti, Inzaghi e Pioli e poi Carlo Ancelotti ed Antonio Conte. Merito di una scuola vincente, il motivo sta – lo dice Claudio Ranieri, intervistato dalla Gazzetta dello Sport – «nel fatto che vediamo partite, studiamo e ci aggiorniamo continuamente. Proprio per questo, presto o tardi, siamo in grado di prendere le contromisure a chiunque».

Ranieri ha allenato in 5 Paesi. È un vero e proprio professore di calcio.

«Non sono per niente sorpreso del fatto che agli ottavi ci sono cinque allenatori italiani. Gli azzurri non sono andati al Mondiale per una serie di congiunture sfortunate che prescindono dal valore della nostra scuola di allenatori. La A non sarà il campionato più bello del mondo, ma la raffinatezza tattica è cifra stilistica del nostro calcio. Anche le piccole adottano strategie in grado di mettere in difficoltà chiunque».

In Italia si studia e si insegna calcio in una maniera differente rispetto al resto del mondo.

«Esatto. In una partita ci sono tante micro-partite differenti. Questo mette in condizione i tecnici di cambiare diversi sistemi dentro lo stesso match, regalando a tutti un bagaglio che poi viene utilizzato nel migliore dei modi».

A tutti?

«Ai calciatori per prima cosa. Gli stranieri che arrivano ci mettono un po’ per esprimere il proprio potenziale, ma poi hanno tutti gli strumenti per decollare. Bisogna ammettere che in qualche occasione siamo persino esagerati. Le diagonali, le scalature, le coperture preventive… Poi però quando un giocatore va in qualsiasi altra parte del mondo è pronto a tutto e sa fare tutto».

Spalletti, Conte, Ancelotti, Inzaghi e Pioli: orgoglio italiano da esportazione.

«È così. Tra l’altro, sia pure a livelli diversi, sono stati anche ex calciatori; quindi sanno bene anche cosa ci sia dall’altra parte della barricata. Hanno un patrimonio di conoscenze che non ha nulla da invidiare a quelle dei loro colleghi».

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