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Il Giornale e gli urlatori in tv: la misura è colma, sono tutti allenatori mancati o falliti

La telecronaca urlata ha ormai preso il sopravvento, anche al Mondiale. Adani ne è l’emblema. Ti riversano nelle orecchie informazioni inutili 

Il Giornale e gli urlatori in tv: la misura è colma, sono tutti allenatori mancati o falliti
Db Bologna 04/06/2022 - Uefa Nations League / Italia-Germania / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Gabriele Adani

Il Giornale e gli urlatori in tv: la misura è colma, sono tutti allenatori mancati o falliti

La misura è colma, scrive Il Giornale riferendosi alle telecronache degli urlatori. Si parla di Lele Adani, protagonista della telecronaca Rai del Mondiale in Qatar. Un tempo c’erano i telecronisti garbati, forse anche un po’ soporiferi, ma erano forse migliori degli urlatori di oggi.

Gli urlatori hanno preso il sopravvento anche nelle telecronache: dalle «sciabolate» e dagli «incredibile» di Piccinini in poi, l’iperbole è obbligatoria. Se pensiamo che Bruno Pizzul definì il gol di mano di Maradona all’Inghilterra una «gherminella»… Il problema è che adesso non urlano più solo i Caressa e i Pardo, ma l’epidemia ha contagiato addirittura le seconde voci, quelli che dovrebbero essere gli opinionisti, i commentatori tecnici. L’intrattenibile Daniele Adani, «ha parlato Messi, io ho solo trasferito…», in delirio per un semplice gol
dell’Argentina contro il Messico (e siamo ancora ai gironi di qualificazione…), ci fa preoccupare per quello che ci attende nelle fasi finali. Ma la deriva è ormai questa, fa parte del calcio moderno”.

Il quotidiano continua:

“Enrico Ameri alla radio alzava leggermente il tono per dire «rete», adesso devi capire che una squadra ha segnato quando il radiocronista urla a squarciagola il cognome del marcatore. E se non sai di che squadra è, pazienza. Ma oggi l’urlo è al comando”.

Sui social monta la rivolta dei telespettatori, che hanno battezzato Adani “da mitomane a cavernicolo”, ma non sarà facile invertire la rotta.

Una volta, le seconde voci erano campioni, oggi sono allenatori mancati o falliti che raccontano cose che ai telespettatori non interessano.

“Il problema dell’opinionista urlatore, e molto spesso anche del telecronista, è che la gente in genere si mette davanti alla tv per vedere la partita, non per sentire loro. E chi commenta dovrebbe avere primariamente la funzione di aiutare il telespettatore a individuare i giocatori. Adesso i commentatori tecnici sono spesso allenatori mancati o falliti, che però ti riversano nelle orecchie una valanga di dati sulle loro opinioni tattiche o sui giocatori più strani e sui campionati più lontani, ti sanno dire quanti retropassaggi ha fatto Abdulaziz Hatem nell’Al Rayyan o quante volte Minkiu Song ha crossato per Guesung Cho nel campionato sudcoreano, senza pensare che ti stanno parlando di personaggi che lo spettatore medio incrocia per la prima e ultima volta nella vita in questo Mondiale”.

 

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