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Collina: «Razzismo? È ora che gli arbitri fermino le gare. Non si può lasciare spazio agli idioti»

A La Stampa: «Sogno di non dover più commentare il numero delle donne arbitro nella mia squadra. Ci sono 129 arbitri in Qatar. Genere neutro». 

Collina: «Razzismo? È ora che gli arbitri fermino le gare. Non si può lasciare spazio agli idioti»
Db Bari 01/09/2016 - amichevole / Italia-Francia / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Pierluigi Collina

La Stampa intervista il capo degli arbitri della Fifa, Pierluigi Collina. Il Mondiale in Qatar sarà il primo torneo con gli arbitri donna: 6 le donne convocate, per la prima volta: tre arbitre e tre assistenti.

«Sogno di non dover più commentare il numero delle donne presenti nella mia squadra. Per me ci sono 129 arbitri in Qatar. Genere neutro».

Resiste un pregiudizio sulle capacità fisiche delle donne?

«I test sono costanti, ogni arbitro si conosce, sa su quali caratteristiche basarsi. Poi ci sono delle differenze ma qui non corriamo i 100 metri per cui esistono obbligatoriamente due categorie distinte».

Esiste un modo di arbitrare femmina? Collina risponde:

«Esistono diversi modi di arbitrare. Anche due arbitri maschi non si muovono allo stesso modo, un brevilineo farà affidamento sullo scatto e uno alto 1,90 magari distribuisce lo sforzo in modo differente».

Da noi c’è una crisi di vocazione per gli arbitri. Come si contrasta?

«Non è solo un fenomeno italiano purtroppo. Nelle serie minori è un abuso continuo, gli arbitri sono bersagli. È intollerabile e neanche comprensibile».

Come si risponde a questa tendenza odiosa?

«Con l’educazione. La coercizione serve a poco, deve proprio cambiare l’approccio».

Anche i casi di razzismo negli stadi aumentano. Gli arbitri possono decidere di fermare una partita. Farlo darebbe un segnale o potere a chi provoca?

«Dare segnali è fondamentale, da anni è stato adottato un protocollo con tre step che può portare fino alla sospensione definitiva della partita. È una decisione che nessun arbitro vorrebbe prendere, decidere di non giocare è una sconfitta per tutti. Per il calcio».

Ma una scelta estrema, per Collina, ha un senso.

«Non si può più accettare per esempio una banana gonfiabile tirata in campo. Se gli idioti insistono non gli si può
lasciare spazio e nessun arbitro si fa problemi organizzativi in queste situazioni».

 

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