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Spalletti ha domato la contestazione estiva con l’aria sofferente che gli è valsa l’etichetta da attore

Sul CorSport. L’allenatore ha manipolato con cura ciò che De Laurentiis e Giuntoli gli hanno offerto ed ha studiato con loro la restaurazione 

Spalletti ha domato la contestazione estiva con l’aria sofferente che gli è valsa l’etichetta da attore

Nel post partita di Napoli-Ajax 4-2, parlando ai microfoni di Sky Sport, Luciano Spalletti ha risposto a Fabio Capello, che dopo lo scontro precedente con gli olandesi gli aveva dato dell’attore. L’allenatore del Napoli gli ha detto:

Il Corriere dello Sport torna sulle sue parole, o meglio, su quanto fatto da Spalletti dal ritiro ad oggi. Il tecnico ha plasmato il materiale umano consegnatogli da Giuntoli e De Laurentiis sul mercato e ha reso il Napoli ciò che è oggi. Ha domato la contestazione estiva proteggendo la restaurazione della squadra con la sua aria sofferente, quella che gli è valsa l’etichetta di attore, appunto. Poi, si è preso il palcoscenico.

“Gli allenatori hanno il dovere di governare situazioni a volte scabrose e Napoli ad agosto se ne stava a bruciare nelle proprie perplessità, in quell’atmosfera cupa che pareva dissolvere il passato. Spalletti s’è tuffato nell’operazione rinnovamento a braccia nude. Ha manipolato con cura ciò che Adl e Giuntoli gli hanno offerto, ha studiato con loro la restaurazione e l’ha protetta con quell’aria sofferente che gli è valsa l’etichetta da attore. Poi è salito sul palcoscenico – standosene sempre un filo dietro al sipario ed ha provveduto”.

In ritiro, quest’estate, Spalletti ha scomposto il Napoli e poi lo ha ricomposto. Oggi la sua creatura è prima in campionato e in Champions.

“A Castel di Sangro, per uscire dagli equivoci, Spalletti ha scomposto il Napoli, poi l’ha ricomposto e lo ha infilato dentro al tridente mutevole, da adattare alla natura dei singoli. Da plasmare con Osimhen o con Raspadori o con Simeone. Da lasciar germogliare con le intuizioni di Lobotka, da sostenere con la fisicità e lo spessore di Kim e di Rrahmani, con la leggerezza di Mario Rui e Di Lorenzo. E però anche con la disinvoltura di un ritrovato Meret, restituito alla sua spensieratezza dopo settimane di tormenti ingenerosi”.

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