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Simeone: «Starace negli spogliatoi canta da solo “Olè olè olè olè Diego Diego”»

A La Nacion: «Per Napoli avere avuto Maradona è un grande orgoglio. Parlano sempre di lui che li ha convinti che era possibile battere il Nord»

Simeone: «Starace negli spogliatoi canta da solo “Olè olè olè olè Diego Diego”»

Starace, Maradona e Napoli. Nell’intervista a La Nacion – molto bella – Giovanni Simeone ovviamente parla molto del Napoli e di Napoli.

Parla di Starace

Simeone: “Sì, Tommy! Un personaggio. Ha sempre un buon caffè a portata di mano… Ha promesso di raccontarmi tanti aneddoti che ha vissuto con Maradona. Cammina nel corridoio da solo e canta ‘Oleeee, Oleeeee, Oleee, Diegoooo, Diegoooo’. L’altro giorno ho iniziato a cantare la canzone di Rodrigo in mezzo allo spogliatoio. Non riesci proprio a contenerti, c’è un’atmosfera speciale, unica, è molto difficile da spiegare”.

“Sentivo di voler venire a Napoli. Al di là della grandezza del club, c’era qualcosa dentro di me che mi spingeva a Napoli. Dovevo venire qui. Il destino mi ha detto che dovevo venire a Napoli. La trattativa ad un certo punto si è bloccata, eppure non mi sono mai mosso di un centimetro dal mio desiderio. Non mi sono mai sentito come qui a Napoli. Perché sono come tra italiani e argentini, proprio come me, il modo in cui mi sento.”

Ci sono dei limiti per il Napoli?

“Essere in una squadra che punta a grandi cose è molto motivante, ma già il fatto di giocare ogni tre giorni è fantastico. Non c’è niente di più bello di così. Papà mi ha sempre detto che è una scarica di adrenalina diversa, ma finché non la vivi non la capisci. Mi piace migliorarmi sempre, non mi piace essere in comfort zone. Quando ti senti a tuo agio, è lì che iniziano i problemi. Per superare te stesso devi essere in una zona scomoda, fuori dal comfort. Mi sentivo pronto per una squadra davvero grande. Ho lottato anni per questo.

Tre gol in 8 partite, ottimo inizio. Il primo è stato speciale, contro il Liverpool, in Champions League. La prima partita di Champions.

“In quel momento non ho pensato assolutamente a nulla, mi sono lasciato trasportare dalla magia del presente. L’avevo vissuto tante volte in quel momento, sognandolo, ma ora stava accadendo. Poi ho lasciato che accadesse…”

Maradona.

È impressionante. Qui tutti parlano di Diego. Tutto. Tutti, tutti, ti dicono che hanno vissuto qualcosa con il Diego. E te lo raccontano con passione, come se fosse successo a loro ieri…, ed era negli anni ‘ 90 forse. Non c’è, ma Diego è come se ci fosse. Lo tengono in testa ogni giorno. La gente qui soffre ancora la differenza tra il nord e il sud, e Diego li ha salvati dall’oblio. Il calcio è gioia per loro, e va oltre il calcio. Ti dicono che ha dato loro gioia, significato, visibilità e appartenenza alle loro vite. Per Napoli avere avuto Diego è un grande orgoglio. Qui le persone hanno il cuore grande, si danno, e Diego ha dato loro luce, ha dato loro speranza, li ha convinti che era possibile contro il potente nord. Te lo dicono tutti i giorni. Ha lasciato un segno per sempre. Per esempio, ora, molte persone mi dicono: “Dal momento che non saremo a questa Coppa del Mondo, saremo tutti argentini”. Ci si aspetta molto dalla nostra nazionale in Qatar, e questo a causa di Diego. L’Argentina fa parte di questa città.

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