ilNapolista

Il gol di Osimhen e le mani del Napoli sullo scudetto

Il Napoli vince da grande squadra. La Roma gioca per il pareggio, come Antuofermo contro Hagler. Bravo Spalletti che tiene in campo il nigeriano

Il gol di Osimhen e le mani del Napoli sullo scudetto
Db Firenze 22/10/2022 - campionato di calcio serie A / Fiorentina-Inter / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Victor Osimhen

Il gol di Osimhen e le mani del Napoli sullo scudetto. È una vittoria da grande squadra. È una vittoria tremendamente importante. Contro un avversario – la Roma – che ha impostato tutta la partita per pareggiare. È una vittoria firmata Osimhen che all’80esimo ha scaraventato in porta un destro a incrociare da grande attaccante. Lui che pochi minuti prima se n’era divorato uno più facile.

Del gol di Osimhen vanno assegnati due premi: uno a Politano per l’assist di prima, un tocco delizioso da giocatore importante. L’altro a Spalletti. Perché tanti altri allenatori avrebbero sostituito Osimhen. Non che il nigeriano stesse demeritando. Si è speso fino allo stremo in un ruolo che non è proprio il suo: il centravanti che deve giocare di sponda. Lo ha svolto con grande generosità, quella generosità che i calciatori mettono in campo quando sentono che ci si sta giocando qualcosa di importante. Ha lottato, ha fatto a sportellate, ha conquistato due ammonizioni. Spalletti la partita l’ha immaginata così e non ha voluto derogare al suo disegno. Ed è stato premiato, come spesso accade quando uno crede fino in fondo alle proprie idee.

Il Napoli ha vinto con merito e le mani sul campionato le ha messe. È innegabile. È arrivato a Roma con la forza della capolista. E si è visto nella faccia degli avversari, che avevano il volto della paura. Il Napoli ha vinto senza Anguissa, con Lobotka marcato a uomo. Con Gaetano che è entrato in campo al 75esimo per Zielinski. Settima vittoria consecutiva in campionato.

L’atteggiamento della Roma è stato l’atteggiamento della squadra che sapeva di essere inferiore. Temeva la forza e la qualità del Napoli e doveva sopperire alla proprie lacune con un surplus di attenzione e grande applicazione in fase difensiva. Lo ha fatto, almeno fino all’80esimo. La paura dei giocatori giallorossi è sempre stata palpabile. Davanti non ha creato quasi mai occasioni. Forse solo mezza. Mourinho è tornato a essere energico. Ha dovuto continuamente incoraggiare i suoi. Poche concessioni all’estetica, com’era prevedibile.

La mossa del portoghese è stata piazzare Pellegrini su Lobotka che infatti è stato limitato in fase di impostazione. A fine primo tempo lo slovacco ha toccato appena 24 palloni: uno in più di Lozano, meno dei suoi compagni di reparto Zielinski (34) e Ndombele (36). Volendo fare un paragone pugilistico vintage, la Roma ha imitato Vito Antuofermo mitico italiano che fece pari con Hagler abbracciandolo per quasi tutto il match. Ecco, il Napoli era Hagler. Nei piani di Mourinho, la Roma avrebbe dovuto anche ripartire e fare male. Qualche volta il piano è riuscito, raramente, soprattutto con Zaniolo che sulla destra un paio di volte è riuscito ad andare via in velocità e si è fatto notare anche per un ripiegamento difensivo.

Molto temuto Kvaratskhelia che nonostante tutto ha fatto il suo. Mourinho ha realmente creato una gabbia attorno a lui. Nel primo tempo un solo episodio chiave: al 38esimo quando Irrati ha concesso un rigore per atterramento di Ndombele da parte di Rui Patricio. Non è stato semplice decidere. Il portiere ha toccato anche il pallone, certo ha toccato pure il francese del Napoli. Una volta richiamato dal Var, Irrati ha cambiato la decisione: i guanti hanno toccato e deviato il pallone, questo ha fatto la differenza. Dinamica simile al rigore concesso ieri all’Inter contro la Fiorentina.

Nella ripresa, il Napoli è parso accelerare. Più volte ha dato l’impressione di stringere la Roma nella propria area. Il gol sembrava vicino. Al 53esimo si è acceso Zielinski, si è bevuto Cristante, trenta metri, ha servito Kvara che ha incrociato di sinistro ma la difesa ha respinto.

I cambi. Sl 57esimo, fuori Ndombele e dentro Elmas. Il Napoli è cresciuto ancora. Due occasioni: una con Elmas, l’altra – clamorosa – con Juan Jesus che in area ha sprecato di sinistro. Poi ilk gol sbagliato da Osimhen che ha fatto rimpiangere Careca. Al 75esimo fuori Lozano e Zielinski per Politano e Gaetano.

E quando la Roma sembrava che stesse mettendo fuori la testa, è arrivato il gol di cui si parlerà a lungo tra i tifosi del Napoli.

ilnapolista © riproduzione riservata