ilNapolista

Il Corriere racconta Ribery, per le cicatrici si sentiva oppresso

Si avvicina l’addio del francese al calcio giocato. Rimarrà con la Salernitana: potrebbe firmare un contratto da dirigente o entrare nello staff tecnico granata al fianco di Davide Nicola

Il Corriere racconta Ribery, per le cicatrici si sentiva oppresso
Roma 07/11/2021 - campionato di calcio serie A / Lazio-Salernitana / foto Image Sport nella foto: Franck Ribery

La notizia era stata anticipata qualche giorno fa da Di Marzio, ora è confermata: Ribery è vicino all’addio al calcio giocato. Non risulta ancora nessuna comunicazione ufficiale, ma un fastidioso problema fisico alla zona del ginocchio potrebbe orientarlo a quasi 40 anni verso la fine della carriera. Lo scrive il Corriere, sia nella sua edizione online che in quella cartacea del Corriere del Mezzogiorno.

Verrà rescisso il contratto che attualmente lo lega alla Salernitana fino al 30 giugno 2023. Potrebbe firmarne presto un altro come dirigente del club campano. Per il campione francese sono stati giorni e settimane di riflessioni. Dice addio dopo aver messo in bacheca una Champions, una Supercoppa Europea, un Mondiale per club e ben nove campionati tedeschi. Risolverà il contratto da 125mila euro netti al mese e potrebbe firmarne un altro, sempre con la Salernitana, fino al 2024, ma da dirigente oppure potrebbe partecipare al corso di allenatori, entrare nello staff tecnico granata al fianco di Davide Nicola.

Il Corriere fa un accenno alla carriera straordinaria di Ribery. E racconta alcune curiosità. Su tutte quella sulla cicatrice.
Per anni il suo talento e la sua bravura sono passati in secondo piano: è lo stesso Ribery a raccontare che tutti, anche quando è diventato un top player, lo guardavano per le cicatrici sul viso, il segno di un incidente in auto avuto all’età di due anni. Una volta Ribery dichiarò che quelle cicatrici gli avevano dato forza, speranza: “la gente quando uscivo mi guardava sempre. E non perché ero una brava persona o per le mie qualità a giocare a calcio, ma semplicemente per quelle cicatrici. Mi sentivo giudicato. Oppresso. Magari piangevo, certo, ma non andavo mai all’angolo. Soffrivo da matti, sì, ma diventavo ogni giorno più forte. Ma una cosa è certa: non mi farò mai un lifting. Le cicatrici sono parte di me”.
ilnapolista © riproduzione riservata