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«Il Barcellona è come la Juve, la Superlega serve a evitare i risultati del campo»

El Paìs e Mundo vanno giù durissimi. Il calcio spagnolo è in crisi nera: “E’ rimasto solo il Real, la Superlega del Barcellona è l’Europa League”

«Il Barcellona è come la Juve, la Superlega serve a evitare i risultati del campo»
Db Barcellona (Spagna) 17/02/2022 - Europa League / Barcellona-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Xavi

E’ un momentaccio per il Barcellona. L’eliminazione dalla Champions ha aperto un processo mediatico con toni durissimi. Il Barca paga la sua “iscrizione” alla Superlega, e anche la gestione fantasista dei suoi conti. A scommessa perduta è il momento del redde rationem. Ieri El Mundo ha pubblicato un editoriale violentissimo: ha definito la squadra “ridicola in Europa”, “patetica”, i suoi tifosi dei “nazionalisti” che fanno sempre le vittime.

E mentre i giornali catalani si leccano le ferite, oggi è il turno del Paìs. Scrive di squadra “afflosciatasi come un flan”. “Puoi avere anche i migliori attaccanti, ma se non si sentono al sicuro con i difensori, hai un problema”. Quest’ultima affermazione El Paìs la attribuisce allo spogliatoio del Real che commenta i guai blaugrana. Fa male, così.

“Il Barça fa giocate, ma non gioca. Hanno qualità, ma non vanno bene sotto pressione né è sono intensi”, ha spiegato un membro dello staff tecnico di Nagelsmann dopo il duello al Camp Nou.

“Con o senza Messi, gli azulgrana hanno portato il loro dolore in giro per l’Europa”, continua El Paìs. Che poi affonda il colpo con un editoriale dal titolo “La Superlega del Barça è l’Europa League”. Il parallelo è con la Juve, per dire del livello di critica:

“Barça e Juventus, due dei tre promotori dell’embrionale Superlega, mostrano sempre di più le ragioni dei loro sogni. Economici, certo, ma anche sportivi, perché hanno bisogno di guadagnarsi uno status che oggi non meritano quando tutto è limitato al calcio, quel calcio puro che, a volte, si ribella alla nomenclatura e alla sua celebrità. I due club hanno bisogno di uno scudo a palazzo che ora non sono in grado di garantirsi in campo”.

“Maledetto e amnesico com’è, il calcio non sempre comprende le caste, quindi con diversi rivali plebei in mezzo, è possibile che qualche aristocratico cada dalla Coppa dei Campioni e finisca nelle catacombe dell’Europa League, niente a che vedere con lo scintillante mondo delle celebrità”.

E sia El Mundo che El Paìs inquadrano la crisi del Barcellona in una più sistemica del calcio spagnolo:

“I problemi di Barcellona, Atlético e Siviglia sono limitati a Barça, Atlético e Siviglia”, scrive  El Paìs. “Tutti e tre sono stati battuti dal calcio, dalla settima squadra della Serie A (Inter), la terzo nel campionato belga (il Bruges), la 15esima in Bundesliga (il Bayer Leverkusen) e l’ottava dello squallido campionato danese (il Copenaghen). Gli spagnoli, tre caduti al primo turno per la prima volta nella storia della Champions League, non hanno ossatura agonistica”.

E El Mundo aggiunge: “Coincidenza o problema serio? Il calcio spagnolo naviga negli ultimi anni nel dubbio. Il dubbio sportivo e il dubbio economico. I club spagnoli hanno un livello inferiore rispetto a dieci stagioni fa? Il predominio monetario della Premier League è temporaneo o durerà più a lungo? Parte della risposta a tutto quello che abbiamo avuto durante la notte di mercoledì”. “C’è una sola rappresentante della Liga negli ottavi di finale della massima competizione continentale: il Real Madrid. È un fatto storico”.

Il talento e il livello dei club spagnoli sono inconfutabili da due decenni. Ma forse ora ha raggiunto la sua fine“.

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