Il 30 aprile, nonostante il 6-1 al Sassuolo, le curve contestavano in un clima surreale. È cambiato tutto. Nessun Napoli come questo
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La Gazzetta dello Sport giustamente sottolinea i meriti di Luciano Spalletti, fa il confronto con gli altri Napoli fortissimi ed evidenzia quanto siano lontani i veleni dell’estate napoletana. Ecco cosa scrive Maurizio Nicita per la Gazzetta:
Oggi più che mai attorno al Napoli che ha fatto 13 c’è un mondo diverso. E anche questo è grande merito del tecnico. Che il 30 aprile cominciò questo ciclo senza macchia, proprio col Sassuolo. Quel giorno nonostante il 6-1 le curve contestavano in un clima surreale. Diciannove vittorie dopo (e 2 pareggi) Spalletti sta anche educando il pubblico a godere della bellezza del calcio, mettendo da parte veleni e polemiche che fino ad agosto sono state pane quotidiano e che oggi sembrano lontani anni luce.
Per quel che riguarda i confronti col passato:
questa squadra sta facendo meglio di quelle degli scudetti, ma anche di quella dei 91 punti di Maurizio Sarri, edizione 2017-18 e dello stesso Spalletti dell’annata passata.
questo Napoli ha eguagliato in vittorie quello del 2017 e pure quello dell’anno scorso, l’unica differenza favorevole a Sarri è nel numero di gol fatti (32 allora, 30 attuali) ma siccome il rendimento di una squadra si valuta complessivamente, considerano le coppe Europee ecco che il Luciano di oggi è superiore a se stesso e anche all’amico Sarri.
Sarri nel 2017-18, nelle prime 5 del girone di Champions ne vinse solo 2 perdendo le altre 3, col saldo di reti 42-17. E invece l’ultimo Napoli versione internazionale somma a numeri straordinari in campionato anche quelli in Champions con 5 vittorie su 5.
Di Osimhen e del Napoli, in un altro articolo, la Gazzetta scrive:
Il Napoli ha saputo mantenersi in vetta anche senza di lui, non è entrato in una zona d’ombra, come successe nella stagione scorsa, dopo le fratture al volto della punta. La squadra ha reagito, pareva addirittura che fosse diventato un problema: e dove lo mettiamo Osimhen adesso? Invece il problema è per gli avversari, perché il ragazzo nigeriano, 23 anni, è stato rimesso al suo posto, al centro dell’attacco. E ha ricominciato a segnare senza sosta.