Berrettini: «sui social mi inquieta la mancanza di sensibilità umana»
Al Corsport: «è bello che il tennis stia diventando mainstrean ma è anche pericoloso, ci sono più commenti da bar»

Db Bologna 16/09/2022 - Coppa Davis / Italia-Argentina / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Matteo Berrettini
Berrettini intervistato dal Corriere dello Sport. Ancora una volta il tennista dimostra di essere non banale.
Berrettini, come sta?
«Meglio, il piede è ancora un po’ dolorante, ma stringo i denti e sto facendo di tutto per essere in campo a Parigi-Bercy la prossima settimana. Alla fine mancano solo quel torneo e la Davis. Fortunatamente non è un infortunio serio. Era importante scongiurare qualsiasi tipo di lesione, ma c’è del liquido nel piede che deve andar via e sto facendo terapie in tal senso. Poi, con il mio team, cercherò di capire da cosa è causato. Bisogna avere pazienza».
Ha messo in dubbio il metodo con cui si allena o è solo sfortuna?
«Attaccarsi solo a quella può valere una, due volte. Fondamentalmente quello che facciamo noi tennisti è portare mente e corpo al limite. Sin da bambino mi sono fatto male spasso perché spingevo sempre al 110%. Si sa che lo sport a questi livelli non è il massimo per il corpo umano. In più viaggiamo tanto e spesso in condizioni diverse. Insomma, infortunarsi è fisiologico. Ma è difficile andare a trovare qualcosa che non c’è: non voglio fissarmi su certi aspetti, in fin dei conti sono numero 13 del mondo».
…È bello che seguano il tennis, diventato più “mainstream”. Una cosa molto bella ma allo stesso tempo pericolosa. Si rischia sempre il commento non costruttivo, ma da bar».
Si riferisce ai giudizi negativi ricevuti sui social dopo l’eliminazione a Firenze?
«Sui social ci sto, ma non tantissimo. Leggo, alcune volte sorrido, alcune volte ci rimango male. Più che altro mi sorprende la cattiveria. Mi chiedo come uno si possa sfogare così tanto su qualcuno. Mi inquieta la mancanza di sensibilità umana, come se noi fossimo delle macchine che devono fare solo quello: se falliamo siamo da rottamare e se vinciamo siamo da mettere su un piedistallo. Alla fine vado a dormire lo stesso e il giorno dopo sono tranquillo, ma mi dispiace che a volte il tennis venga visto così».