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Tebas: «Nessun favoritismo verso il Barcellona, il club non rischia il fallimento»

«L’anno prossimo sarà costretto a ridurre i salari. Quello che ha speso per la rosa quest’anno sarà impossibile il prossimo»

Tebas: «Nessun favoritismo verso il Barcellona, il club non rischia il fallimento»
2021 archivio Image Sport / Calcio / Javier Tebas / foto Imago/Image Sport

Il presidente della Liga, Javier Tebas, ha presentato i limiti salariali delle squadre di calcio di Prima e Seconda Divisione e si è soffermato sul caso Barcellona, che è passato da un limite salariale di -144 milioni a 656.

“L’anno prossimo quella capacità sarà ridotta e dovrà adattarsi. Sarà costretto a ridurre la massa salariale, che sarà di 400 milioni di euro circa.. Quello che ha speso ora per i giocatori gli sarà impossibile farlo la prossima stagione. L’approvazione è stata fatta dai dirigenti, non dal club. Quella possibilità di approvazione è una regola che esisteva già ed era stata utilizzata in precedenza da altri club. Il Barça ha prodotto entrate per il prossimo anno e quelle entrate riducono quella capacità. Ha avuto un reddito che il prossimo anno non avrà e dovrà adattarsi alla situazione”.

Tebas ha smentito che ci sia stato un trattamento favorevole verso il Barcellona:

“Con il Barça non c’è stato alcun allentamento e lo abbiamo spiegato a tutti i club. Per incorporare Kounde, il presidente ha dovuto dare un’approvazione. Il Barça non rischia il fallimento, ha stipendi molto alto, ma ha dei beni. Se non controlli la massa salariale, noi l’abbiamo controllata, potresti avere un futuro rischio di fallimento. Deve ridurre il suo stipendio, con le entrate che ha ogni stagione supera di circa 200 milioni di euro. Certo, quello che ha fatto il Barça è incredibile: ha venduto asset per 700 milioni”.

Il direttore generale della Liga, Javier Gòmez, ha spiegato:

“L’indebitamento finanziario netto del Barça, al 30 giugno, era di 875 milioni di euro, indipendentemente dagli importi che si dicono là fuori”.

Tebas è poi tornato all’attacco contro la Premier e i club statali.

“Andremo avanti con le pretese contro i club di Stato, non solo PSG e Manchester City. La capacità di molti club di Premier si basa su contributi privati. Questo gonfia il mercato. In cinque anni, in Spagna abbiamo perso 250 milioni. In Inghilterra la Premier ha perso 3.000 milioni”.

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