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Spalletti prova a spiegare che una cosa è il calcio sulla carta e un’altra il calcio vero

«Sul campo i sistemi di gioco si deformano e bisogna essere bravi a riconoscere gli spazi che lasciano gli avversari. I sistemi cambiano nel corso della partita»

Spalletti prova a spiegare che una cosa è il calcio sulla carta e un’altra il calcio vero

In due tre risposte Luciano Spalletti, in conferenza, ha provato a comunicare il concetto, peraltro elementare, che il calcio sui foglietti con i numerini degli schemi di gioco è cosa ben diversa da quel che accade in campo. E che bisogna essere bravi a capire cosa succede in campo e a sfruttare gli spazi che gli avversari lasciano. Per sfruttarli, ovviamente, bisogna prima riconoscerli.

Parla di Sarri

La qualità del calcio di Sarri è riconoscibile molto da un punto di vista di sistema abbastanza rigido, 4-3-3. Poi è chiaro che ogni tanto ci si passa dal 4-3-3. Poi però i sistemi si deformano, non rimane sempre 4-3-3 e si va a prendere quegli spazi, i vuoti che gli avversari lasciano. I calciatori debbono adattarsi a uno scenario differente. La Lazio fa un calcio di pressione costante e continua, e hanno spazio alle loro spalle per esaltare la qualità del Napoli. Però ti montano addosso pestandoti bene, restringono gli spazi. Dobbiamo essere bravi a trovare i vuoti che non sono sulla tre quarti ma dove gli altri li lasciano purtroppo.

I sistemi di gioco

I sistemi di gioco sono sulla carta quando lei li prende e li guarda. Poi ci si discosta da quella posizione. I sistemi cambiano nel corso della partita. Quando Di Lorenzo sale nelle sovrapposizioni o interne o esterne, Politano è dentro il campo. Kvara è forte a fare questo uno contro uno, se riesce a far prevalere le sue qualità è un calciatore che lo sa fare che poi è la soluzione a tutti questi discorsi. Se supera l’avversario, lo schema lo fa da solo. Che poi è il calcio di cui si sta parlando adesso. Ci si va sempre meno sopra agli avversari perché sono tutti fisici, tignosi, non si sottomettono. Tra 4-2-3-1 e 4-3-3 non c’è grande differenza.

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