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“Santo Diego”, su Raiplay “Ossi di Seppia” racconta l’arrivo di Maradona a Napoli

Immagini ed interviste inedite raccolte negli archivi Rai raccontano quei giorni dell’estate 1984 e l’avvento di un uomo che fu come un Messia

“Santo Diego”, su Raiplay “Ossi di Seppia” racconta l’arrivo di Maradona a Napoli
1984 archivio Storico Image Sport / Napoli / Diego Armando Maradona / foto Aic/Image Sport
La terza stagione della serie dedicata alla memoria collettiva, visibile gratuitamente su Raiplay, “Ossi di Seppia, “Quello che ricordiamo” che racconta i punti di rottura, quei momenti della cronaca, della politica, della società e dello sport in cui un evento improvviso ha segnato una svolta, un cambio di rotta nel senso comune, nelle convenzioni, nelle abitudini, nel modo che avevamo di vedere il mondo, è dedicata all’avvento a Napoli del Pibe de Oro.
Beppe Bruscolotti è l’odierno narratore di quell’epopea che si alterna con interviste fatte a Diego da Gianni Minà, “Napoli è una città senza equilibrio, che ti ama o ti ammazza (parlando in senso calcistico). Ma Napoli viene prima di Maradona: qui il calcio prima che venissi era già tutto”, Bruscolotti racconta ‘o miracolo – nessuno nell’estate del 1984 pensava Maradona potesse passare dal Napoli al Barcellona ma avvenne, -, le aspettative di gioia che quell’evento portò.
Questo è “Santo Diego, Maradona arriva a Napoli” 24 minuti di spiritato ricordo racchiusi tra “Dance tonight revolution tomorrow” di Lorenzo Senni e la sigla finale “Maradona” di Canova tratto dall’album “Avete ragione tutti”. Una narrazione coerente che dà il senso messianico per una città come quella partenopea dell’esserci stato del più grande calciatore di tutti i tempi.
Immagini ed interviste inedite per il grande pubblico – insieme a quelle di Galeazzi – frutto di un lavoro di ricerca negli archivi Rai.
Bruscolotti che dà a Diego la fascia di capitano – e la denominazione di Santo Diego – e Maradona che gli promette l’innominabile accadimento che poi si concretizzò il 10 maggio del 1987. Poi una sequela di foto private dei tifosi con Diego, fino all’immagine simbolo stratificata nell’archeologia calcistica partenopea: il Murale del calciatore del Napoli Diego ai Quartieri spagnoli sede del viavai religioso del rapporto ancestrale tra i tifosi azzurri ed il Divo argentino.
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