Per anni il tecnico ha mostrato quasi una forma di disgusto verso le punte che risolvono le partite e poi ha voluto a tutti i costi il norvegese
La Stampa dedica un articolo ad Erling Haaland, autore, contro il suo ex Borussia Dortmund, di un gol vintage, alla Cruyff. Ha già 26 gol in Champions, a soli 22 anni. Dopo anni passati a rinnegare il ruolo della punta pura e piuttosto a costruire gioco per falsi nove, Guardiola ha voluto uno come lui.
“L’allenatore potrebbe già trovarsi di fronte a chi sa come andare oltre ed è un uomo che non ha nessuna attinenza con il suo calcio e che lui ha stravoluto. Anni a costruire gioco per falsi nove, a ignorare il ruolo salvifico della punta pura, a lasciar trapelare un certo fastidio, quasi una forma di disgusto, verso chi se ne sta in disparte e poi sbuca all’improvviso per il colpo che resta. Anni a ignorare tutti quelli con le caratteristiche del bomber classico, a lasciare in panchina Ibra, al Barcellona. E poi, quando parte la riffa per il calciatore che più segna in Europa, lui si sbraccia. Lui lo vuole. E ha ragione. In parte tradisce il suo credo e in parte accetta l’anomalia. Perché Haaland passa intere partite senza entrare in un’azione e poi decide la sfide però lo fa in un modo inedito”.