La Nacion celebra il sistema tennis Italia: «Sinner e Berrettini non sono un caso»

Il quotidiano argentino elogia la pianificazione di Binaghi e sottolinea il ruolo di Eduardo Infantino ex coach di Nalbandian e Del Potro e figura centrale della federazione

sinner wimbledon

2022 Londra (Inghilterra) - Wimbledon / foto Imago/Image Sport nella foto: Jannik Sinner ONLY ITALY

Prima c’erano i campioni “belli come attori del cinema”, la Coppa Davis in Cile, Panatta, Bertolucci, Barazzutti, Pietrangeli. Oggi c’è “un’organizzazione”, un sistema tennis italiano che il mondo ci invidia. Lo scrive La Nacion, sancendo un fenomeno tutto sommato inedito per il tennis made in Italy, mai raccontato così. Un successo della federazione di Binaghi, che il quotidiano argentino riconosce al di là dei cinque azzurri nella top 65 Atp (Jannik Sinner, Matteo Berrettini, Lorenzo Musetti, Fabio Fognini e Lorenzo Sonego), e dei quindici tra il 100° e il 200° posto, o anche delle cinque giocatrici della top 100 Wta: Martina Trevisan, Jasmine Paolini, Lucia Bronzetti, Camila Giorgi ed Elisabetta Cocciaretto.

“Non è casuale – scrive La Nacion – Non c’è improvvisazione o fortuna del destino. Dietro al successo c’è una ricerca elaborata, una strategia ambiziosa, progettata dal presidente della Federazione Italiana Tennis (FIT) dal 2001, Angelo Binaghi, e da un pugno di ex giocatori ed esperti allenatori che hanno promosso il lavoro sfruttando ogni regione, tra cui un argentino, Eduardo Infantino (ex allenatore di Juan Martín del Potro e David Nalbandian, tra gli altri) nel ruolo di direttore generale dei diversi centri di formazione. Mettere in ordine i conti, generare un forte legame tra gli allenatori privati ​​e la federazione, avere una competizione costante nelle diverse categorie e creare un canale televisivo per diffondere lo sport sono stati alcuni dei motivi che hanno portato il tennis azzurro dove è oggi”.

E ancora:

“Al momento, probabilmente non c’è paese come l’Italia. A livello ATP organizza la Masters Cup (a Torino, in sostituzione di Londra dal 2021) e la New Generation Masters (a Milano), più i nuovi tornei di Firenze e Napoli, che entreranno il prossimo ottobre al posto dei tornei cinesi, annullati”. Il pezzo poi si dilunga sul calendario Challenger e giovanile.

“Quando Binaghi ha rilevato la federazione, era praticamente in bancarotta – dice Infantino – Non avevano nemmeno i soldi per fare i tornei. A poco a poco, con la pianificazione, è cresciuta fino a diventare la federazione meglio gestita al mondo. Binaghi era di larghe vedute, strategico, flessibile e innovativo. Stava contagiando diversi settori e i finanziamenti crescevano”.

La Nacion scrive di una strategia ad elastico: prima unire l’Italia sfruttando il Centro di Preparazione Olimpica di Tirrenia, e poi il decentramento, “con l’obiettivo di far crescere ogni giocatore in casa, cosa molto importante emotivamente”, aggiunge Infantino.

La federazione italiana si è concentrata sulla preparazione atletica. “Il livello di preparazione fisica è stato alzato di molto. È un altro dei segreti. È stato creato un sistema con Horacio Anselmi (un esperto preparatore atletico argentino) al comando.

“Oggi il circolo tennis Italia è una vera tentazione – continua Infantino – Per giocatori e allenatori nati in quel Paese, ma anche per stranieri. Molti di loro sono sedotti dai vantaggi che altre federazioni non hanno o non possono fornire, come gli argentini.

 

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