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La moglie di Bochicchio: «Sono senza una lira. I miei figli ed io abbiamo dovuto cambiare stile di vita»

Al Messaggero: «Mio marito non ci ha lasciato nulla. I miei figli non possono più frequentare la scuola inglese. Vivo grazie all’aiuto degli amici».

La moglie di Bochicchio: «Sono senza una lira. I miei figli ed io abbiamo dovuto cambiare stile di vita»

A tre mesi dalla morte del broker dei vip, Massimo Bochicchio, in un incidente stradale, Il Messaggero intervista sua moglie, Arianna Iacomelli. Ieri il suo avvocato ha chiesto ai giudici del Tribunale di Roma il dissequestro di 500mila euro depositati sul suo conto.

«Sono rimasta senza una lira. Vivo grazie all’aiuto degli amici. Quelli sono i miei beni, non c’entrano nulla con mio marito. Li rivoglio perché mi servono per vivere e mantenere i miei due figli minorenni».

La Iacomelli racconta di trovarsi in difficoltà economiche.

«Sì, ma non solo da ora. Sono in difficoltà da due anni, da quando Massimo era partito per andare a Dubai e poi in Indonesia. Non mi ha lasciato nulla. Non sono scappata con alcun malloppo. Mio marito era ottimista e contava di restituire tutto ai suoi creditori, ma non ha fatto in tempo. Non ha pensato a lasciarci nulla, perché non credeva certo di morire».

Lei è convinta si sia trattato di un tragico incidente?

«Sì, ne sono convinta. Stava male da un paio di settimane, aveva giramenti di testa. Pensava fosse la cervicale. Sicuramente ha avuto un malore e ha perso il controllo della moto».

Per fortuna, dice, nessuno dei creditori del marito si è fatto avanti per recuperare i suoi soldi.

«Ringraziando Dio, no. Anche perché è sulla bocca di tutti che siamo rimasti senza una lira e abbiamo avuto un netto cambiamento dello stile di vita. Abbiamo lasciato la casa in cui vivevamo, per trasferirci in un appartamento più piccolo. E i miei figli non possono più frequentare la scuola inglese. Li ho iscritti a una scuola semi-pubblica che pagano i miei amici».

Ha intenzione di accettare l’eredità di suo marito?

«No, non penso. Non voglio i suoi soldi, né i suoi debiti. Voglio solo che mi vengano ridati i miei beni privati. Sono il frutto dalla vendita di un immobile ereditato da mia madre e del mio lavoro di 30 anni».

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