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Casini: «Il calcio non è più educativo. I presidenti litigano per i soldi, non pensano ai giovani»

Al Festival dello Sport: «Occorre una Media Company per i compiti di commercializzazione, tenendo nella parte associativa solo questioni di governance sportiva»

Casini: «Il calcio non è più educativo. I presidenti litigano per i soldi, non pensano ai giovani»
Db Milano 30/06/2022 - assemblea ordinaria Lega Calcio Serie A / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Lorenzo Casini

Il presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini, è intervenuto al Festival dello Sport di Trento parlando di ricavi e governance.

«I dati presentati si sviluppano già negli anni Novanta, il declino delle vittorie europee è qualcosa di graduale. La crisi affonda le sue radici molto più a fondo. La situazione è meno drammatica di quanto si creda, ma servono soluzioni significative. La governance? Noi siamo un’associazione e trovarsi insieme a prendere decisioni non è semplice. Si va dalla gestione commerciale alle questioni sulla gestione del campionato. La Serie A ha presentato una soluzione, la riorganizzazione per creare una Media Company cui affidare i compiti di commercializzazione, tenendo nella parte associativa solo le questioni di governance sportiva, alleggerendo l’assemblea con un veicolo più snello. La direzione è intrapresa, ma i ricavi possono arrivare da dentro o da fuori rispetto al sistema. Un tema è quello del betting, che in Francia ha una gestione diversa. Da noi addirittura è stata vietata la pubblicità indiretta, che ha fatto diminuire notevolmente i ricavi. Inoltre, sui diritti esteri, posso rassicurare sul fatto che la modifica legislativa apportata mesi fa ha liberalizzato le procedure di assegnazione, sono caduti dei paletti che rendevano difficile la vendita all’estero del prodotto. Questo non garantirà automaticamente un miglioramento, ma la speranza è quella. La composizione dei bilanci? Bisogna lavorare sul merchandising, sulla commercializzazione. La pandemia ha inciso moltissimo: si pensi solo che l’effetto Ronaldo sugli stati è stato limitato tanto».

«Credo che per migliorare il movimento si debba lavorare sui giovani, sui vivai e sulle scuole. Ci sono due fenomeni che dobbiamo controllare e correggere: come è percepito il calcio nelle scuole e l’opinione di questo sport, che credo abbia perso la componente educativa. La seconda domanda da porsi e a cui rispondere è perché i bambini non si iscrivono più alle scuole calcio. Il sistema non aiuta ad avvicinarsi a questo sport. In assemblea di Lega i dirigenti litigano per i soldi, ma non pensano ai giovani ed allo sviluppo del calcio fra i ragazzi».

 

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