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Anche sette ore in fila per ritirare i biglietti di Ajax-Napoli (c’è chi deve tornare)

Un’organizzazione primitiva, solo due sportelli aperti, i soliti furbi, pacchi di deleghe, addetti alla sicurezza che dicono: “dobbiamo tornare a casa tranquilli”

Anche sette ore in fila per ritirare i biglietti di Ajax-Napoli (c’è chi deve tornare)

Noi ci siamo messi in fila alle 14.30 e ne siamo usciti vittoriosi alle 19.15. Solo per ritirare i biglietti già acquistati per Ajax-Napoli. Un pomeriggio di settembre funge da macchina del tempo. Per chi ha vissuto file ancor più selvagge quella di ieri è stata una piacevole scampagnata. Una fila rumorosa, ma tutto sommato disciplinata, giovani meno giovani. Nella trepidante attesa chiacchiere con con sconosciuti, battute, risate. C’è chi chiede se qualcuno è sul proprio volo, perché è la prima volta ed ha paura di volare. Insomma clima goliardico. La fila è comunque serena non c’è tensione. Il biglietto formalmente è già in tasca, questo rasserena il clima. Un’intenso odore di canapa si leva a Fuorigrotta. C’è solo disabitudine a queste file enormi.

Poi si sa come a Napoli vanno le cose: la polizia deve e può perseguire soli i reati, non la prepotenza e la furbizia.

Nella comunicazione delle modalità di ritiro del biglietto non è indicato un numero massimo di deleghe per persona. Sarebbe stato un accorgimento opportuno. Evitando in tal modo l’interpretazione estensiva di tale esercizio. Diversi “delegati” superano le 40/50 unità, facendo scaturire problematiche legate alle copie dei documenti alle deleghe stesse, alle firme, ed all’attesa. Per alcuni è stata necessaria più di un’ora per l’emissione dei biglietti.

Si aggiunga che i botteghini aperti sono solamente due, uno per blocco d’ingresso indicato sul titolo non valido: (416 e 417). Gli addetti alla sicurezza dicono che ci siano solo due laptop per l’emissione dei biglietti: uno per botteghino. Da qui la lentezza delle operazioni.

Anche volendo aprire un altro botteghino non ci sarebbero terminali e personale a sufficienza.

Intorno alle 17, quando manca un’ora alla chiusura del botteghino, poi procrastinata alle 19, iniziano: il festival della furbizia, della chiusura di uno anche due occhi e tanto altro. Alcuni arrivati al botteghino non avevano le fotocopie e vengono fatti uscire per consentirgli di farle. Il controllo di apertura e chiusura del cancello per questa operazione è nullo. Per dieci che ne escono ne rientrano 25-30, con diverse deleghe. Alcuni energumeni ritardatari passano bellamente anche la fila del botteghino. Qualcuno protesta con veemenza.

Ma lo sai che non c’è nulla da fare.

Grazie ad un colpo di fortuna alcuni che hanno come blocco di ingresso il n. 417 riescono ad entrare. Quelli del 416 sono bloccati, a causa dello scarso controllo dei furbetti che hanno di fatto bloccato un botteghino. Ma chi avrebbe potuto controllare? Gli addetti alla sicurezza “Uagliò amma turnà a cas’ tranquill”. C’è altro da aggiungere?

La verità è che ognuno si salva da solo. Quelli che protestano o sono arrivati tardi oppure hanno avuto poca fortuna. In situazioni del genere non c’è certezza. Di certo una più studiata divisione dei botteghini ed un maggior numero di punti di emissione avrebbe giovato ed evitato un disagio.

Fabio in fila dalla mattina alle 10.30 ritira il proprio biglietto all’alba delle 19. Mario riesce nella complicata operazione di ritirare due del 417 e passare inosservato al botteghino 416 nonostante la security gli avesse intimato di uscire dopo aver stampato i suoi due 417.
Altri che avevano deleghe per i due blocchi diversi non stati fortunati come Mario. Ritenta giovedì, sarai più fortunato.

Sembra paradossale, ma l’emissione cartacea è stata voluta non solo dall’Ajax, ma anche dalle autorità olandesi, onde evitare i problemi di ordine pubblico che ci furono ad Utrecht nel dicembre 2010 quando tanti tifosi del Napoli rimasero senza ingresso, avendo comunque un tagliando valido. L’emissione digitale dell’epoca consenti la falsificazione di diversi tagliandi, ma per noi gli eroi di quella sera rimangono Marcello e Vincenzo.

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