In tanti sport si ascoltano i dialoghi tra arbitro Var, nel calcio no. Ancora oggi non sappiamo cosa sia successo ieri sera a Torino
Per quanto mi abbia innegabilmente provocato attimi di soddisfazione, con gol annullato, risultato riportato sul 2-2 e consequenziale espulsione di Milik, Cuadrado ed Allegri, devo dire che mi pare evidente che il Var abbia preso un abbaglio sul finale di Juventus – Salernitana.
Checché faccia trapelare la Lega, è evidente a tutti che l’arbitro è stato richiamato dal Var ed ha preso una decisione (peraltro anch’essa discutibile) sulla base di un’immagine sbagliata, con la linea del fuorigioco tracciata sul difensore che marcava Bonucci e non su Candreva, fuori da tutte le inquadrature proposte all’arbitro e nei vari replay.
Non è la prima volta che il Var prende un abbaglio, il più clamoroso (a mio avviso) fu in occasione di Spezia – Lazio dello scorso maggio, quando la linea del fuorigioco fu tracciata in modo errato non tenendo conto che il portiere era fuori dai pali.
Non dovrebbe succedere, è evidente, ma è altrettanto evidente che ovunque ci sia un’attività umana (che sia quella di arbitrare, quella di tracciare una linea o quella di scegliere un’immagine o una prospettiva di riferimento) c’è la possibilità che si verifichi un errore.
Abbiamo convissuto per decenni con il calcio senza tecnologia, dove partite, scudetti, retrocessioni e addirittura finali di coppa del mondo e di coppa dei campioni sono stati decisi da errori marchiani dell’arbitro: fuorigioco di metri non fischiati, rigori concessi per falli avvenuti nettamente fuori area, gol segnati con la mano (persino di D10S) per non parlare dei gol fantasma alla Muntari o, al contrario alla Hurst nel 1966. Filosoficamente avremmo qualche difficoltà a decidere se è nato prima il calcio o l’errore arbitrale.
Possiamo dire, quindi, che in qualche misura siamo abituati a convivere con l’errore, con l’ingiustizia irreparabile e con la frustrazione che ne consegue. Anzi, spesso l’errore umano è stato usato come alibi per coprire la malafede, quando non la corruzione.
Il Var e la tecnologia hanno diminuito pesantemente la percentuale di errori in determinate situazioni. Quando viene rilevato un fuorigioco siamo quasi sicuri che lo sia effettivamente, così quando vibra l’orologio dell’arbitro per segnalare che il pallone ha varcato la linea.
Si tratta di strumenti che potranno ulteriormente perfezionarsi con il progredire della tecnologia, ma ai quali non potremo e non dovremo mai chiedere l’infallibilità, che come sappiamo non è di questa terra.
Qualche domanda sul Var, anche in ottica di un suo miglioramento, tuttavia ce la poniamo, perché la tecnologia non è certamente neutra. Chi sono e come vengono selezionati i tecnici che scelgono immagini e tracciano linee in tempo reale? Cosa si dicono arbitro e Var? Siamo sicuri che il Var intervenga solo ed esclusivamente quando è previsto dal protocollo (che già non è un esempio di chiarezza) e non anche, ad esempio, a correggere qualche fallo laterale o calcio d’angolo erroneamente assegnato?
Ecco, se sono fermamente convinto che non possiamo pretendere l’infallibilità, sono altrettanto convinto che la trasparenza, invece, sia un fatto dovuto.
Ascoltiamo i dialoghi tra pilota e box in formula 1, tra arbitro e var in moltissimi sport (football americano, basket…), ascoltiamo gli allenatori che parlano con i calciatori… perché ci sono ancora precluse le conversazioni tra arbitro e var nel calcio? Cosa si diranno mai di così segreto?
Intendiamoci, ascoltare le loro conversazioni non porterebbe all’assenza di errori, ma ci renderebbe comprensibili i meccanismi e le dinamiche delle decisioni e, cosa non da poco, ci consentirebbe di attribuire correttamente le responsabilità di un errore o una decisione sbagliata.
Siamo infatti dell’opinione che è mille volte meglio un errore commesso in trasparenza di un silenzio ottuso e impacciato volto ad oscurare le responsabilità. Se avessimo ascoltato che cosa si sono detti Marcenaro e il Var, oggi saremmo più tranquilli tutti e sapremmo chi ha commesso un errore, oltre ad Allegri che ha schierato una Juventus che ha preso due gol in casa della Salernitana e che è dovuta arrivare al 96° minuto per trovare (e poi perdere) il gol della vittoria.