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Per la Gazzetta “le frasi di Adl sull’Africa sono un’offesa per i napoletani vittime di cori razzisti”

Il quotidiano monta quattro pagine, intervista Roger Milla, un editoriale in cui parla del caffè sospeso e di “Medina” di Pino Daniele. Siamo senza parole

Per la Gazzetta “le frasi di Adl sull’Africa sono un’offesa per i napoletani vittime di cori razzisti”

Ormai su De Laurentiis ci siamo arresi. Siamo ai livelli del Berlusconi odiato da mezza Italia. Persino peggio perché Silvione era almeno amato dall’altra metà che incideva meno mediaticamente, rimaneva spesso in silenzio, ma nelle urne si faceva sentire eccome.

Le esternazioni sulla Coppa d’Africa – che noi abbiamo trovato del tutto normali, persino di buon senso, ovviamente pronunciate col suo stile – sono diventate un caso. Ricordiamo – per chi non lo sapesse – che la Coppa d’Africa non è come i Mondiali o gli Europei: si gioca mentre i campionati nazionali proseguono, quindi chi ha calciatori africani è ovviamente svantaggiato. Ma siamo nel campo della razionalità e quando si parla di De Laurentiis, è questione di epidermide non di razionalità.

La Gazzetta ci monta quattro pagine, quattro. Intervista persino Roger Milla. Vi riportiamo qui qualche frase estratta dalle quattro pagine sull’Africa di De Laurentiis:

Il «basta africani» ha avuto il sapore dell’offesa anche per i tanti napoletani vittime negli stadi italiani di tanti cori di discriminazione razziale.

E ancora, nell’editoriale:

Nessuno le attribuisce sentimenti razzisti, ci mancherebbe, ma non sente come suona male? Come un cartello alla porta: «Noi non possiamo entrare». Solo perché Koulibaly e altri sono stati precettati in Coppa d’Africa nel cuore del campionato? Il diritto di rappresentare la propria nazione è sacro e intangibile.

E infine:

Presidente, «basta africani» sfregia l’immagine che il mondo ha di Napoli da sempre: città dell’accoglienza, dalla tracimante umanità. Il Golfo di Napoli ha la forma di un abbraccio. È proprio per l’ipertrofia del cuore e della generosità che Luciano De Crescenzo considerava Napoli «l’ultima speranza che resta alla razza umana». La città del “caffè sospeso”: al bar ne paghi uno in più per chi non può permetterselo. Presidente, ricorda “Medina” di Pino Daniele, lp del 2001? Gran disco. Ci lavorò per due anni viaggiando in Africa e per il mondo arabo in cerca d’ispirazione e nuove sonorità.

Non osiamo immaginare cosa avrebbe fatto la Gazzetta se Agnelli o Marotta avessero parlato del danno che subiscono le società ad avere calciatori africani in squadra.

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