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I 32 anni di Balotelli il più grande rimpianto del calcio italiano

Sarà ricordato per l’immenso talento che non ha capitalizzato: con la Nazionale 14 gol, a meno di vent’anni aveva già vinto tre scudetti e una Champions

I 32 anni di Balotelli il più grande rimpianto del calcio italiano
Db Bologna 07/09/2018 - Uefa Nations League / Italia-Polonia / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Mario Balotelli

Festeggia oggi il suo 32esimo compleanno colui che potrebbe essere definito “sine ullo dubio” il più grande rimpianto del calcio italiano (e non solo…) dell’ultimo ventennio: Mario Balotelli. Attaccante dalle grandissime potenzialità, sia fisiche che balistiche, non ha mai raggiunto un livello agonistico tale da essere inserito nel novero dei cosiddetti “fuoriclasse” (o “top-player” come va di moda adesso), pur avendone tutte le doti, a causa del suo temperamento e comportamento che definire sopra le righe e poco professionale appare alquanto riduttivo.

Nato il 12 agosto 1990 a Palermo da genitori immigrati ghanesi, con nome di Mario Barwuah (suo vero cognome di nascita), a pochi mesi la sua famiglia natale si trasferisce in Lombardia, in provincia di Brescia, dove, anche a causa di alcuni congeniti problemi di saluti e delle difficoltà economiche della famiglia d’origine, nel 1993, dopo un periodo di affidamento disposto dai servizio sociali, viene assegnato dal Tribunale dei minori alla famiglia Balotelli che diviene così la sua famiglia adottiva, assumendone il cognome.

All’età di undici anni, dopo essere stato scartato, guarda caso, per motivi disciplinari degli osservatori di Atalanta, Brescia, Chievo e Verona (e dopo essere stato precedentemente espulso, sempre a causa del suo carattere, dalla scuola calcio del San Bartolomeo), approda nelle giovanili della squadra lombarda del Lumezzane, con la cui maglia esordisce, non ancora sedicenne, nell’allora C-1. Nell’estate 2007, dopo due presenze “tra i grandi” del Lumezzane, passa alla Primavera dell’Inter dove vince sia il campionato di categoria che il Torneo di Viareggio. Le sue prestazioni, superiori alla media dei sui pari età, convincono l’allenatore dei nerazzurri Roberto Mancini ad aggregarlo alla prima squadra, con la quale esordisce, in Serie A il 16 dicembre 2007, a soli 17 anni. Con i meneghini resta per tre stagioni durante le quali totalizza ottantasei presenze (di cui cinquantanove in campionato e quattordici in Champions League!) e realizza in totale ventotto reti, vincendo tre campionati italiani, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana e una Champions League; il tutto a meno di vent’anni!

Nell’estate 2010, il suo “mentore” Mancini, nel frattempo passato alla guida degli inglesi del Manchester City, lo porta con sé in Premier League, dove Mario, in due anni e mezzo, vince un campionato inglese, una Coppa d’Inghilterra e una Community Shield (la Supercoppa inglese), collezionando in totale, ottanta presenze e trenta reti con la maglia dei Citizens. Tuttavia anche in Inghilterra la sua fama di “cattivo ragazzo” fa passare in secondo piano le sue doti da calciatore e il giovane Balotelli si rende protagonista di tante cavolate extra-campo che lo portano spesso ad essere multato e/o escluso dalla formazione titolare, fin quando, nell’inverno 2013 la società inglese decide di cederlo a titolo definitivo al Milan. Con la fine dell’esperienza inglese si può dire che termina anche la fase ascendente della sua carriera, dal momento che, non solo quelli conquistati con la maglia del Manchester City saranno gli ultimi trofei vinti in carriera dall’accattante azzurro, ma anche e soprattutto perché da quel momento inizierà una girandola di cambi di squadre che lo porterà ad indossare, in meno di dieci anni, sette maglie diverse (otto se si considera la doppia esperienza con i rossoneri di Milano).

Ma procediamo con ordine: come visto a gennaio 2013 torna in Italia, a Milano, ma questa volta vestendo i colori del Milan, dove resta per un anno e mezzo e se i primi sei mesi sono positivi sia per Balotelli che per i rossoneri (condotti anche grazie a gol dello stesso Mario al terzo posto e, quindi, ai preliminari di Champions League), la seconda stagione si rivela alquanto deludente (ottavo posto finale in campionato e fuori dalla Coppe) con prestazioni spesso insufficienti. Nei diciotto mesi trascorsi col Milan Balotelli totalizza cinquantaquattro presenze e trenta reti (dodici delle quali nei primi sei mesi).

Nell’estate 2014 torna in Inghilterra, questa volta con la maglia del Liverpool, ma la sua esperienza con i Reds dura appena un anno (per lui ventotto presenze totali tra campionato e coppe e quattro reti, di cui due in Champions League e uno soltanto in Premier), prima di essere rispedito, questa volta in prestito, nuovamente al Milan, dove resta per una sola stagione (ventitré presenze e tre reti al suo attivo, delle quali solo una in campionato).

Dopo due stagioni nelle quali l’ormai ex enfant prodige del calcio italiano aveva realizzato appena sette reti in totale, nell’ultimo giorno del mercato estivo 2016 Balotelli viene letteralmente “regalato” dal Liverpool ai francesi del Nizza e, sarà per l’aria effervescente della rinomatissima Costa Azzurra, sarà per le pressioni decisamente inferiori o per la voglia di riscatto del ragazzo, con la maglia dei nizzardi Balotelli sembra rinascere e tornare ai fasti di un tempo ma, dopo un primo anno in cui conduce i francesi ai preliminari di Champions League (dove saranno poi superati dal Napoli di Sarri) e un secondo anno in cui realizza il suo record personale di reti stagionali realizzate, il terzo anno entra in rotta di collisione con il nuovo allenatore Patrick Vieira e a gennaio 2019, dopo settantasei presenze e quarantatré reti realizzate in due anni e mezzo, rescinde il contratto con il Nizza e passa all’Olimpique Marsiglia dove resta per sei mesi duranti i quali colleziona quindici presenze e otto reti.

Nell’agosto 2019 torna, per la terza volta, in Italia e veste la maglia della neopromossa Brescia del presidente Cellino, ma anche questa esperienza è tutt’altro che positiva: cinque reti in venti presenze totali per lui e retrocessione in Serie B per i lombardi. Dopo sei mesi di inattività, nel dicembre 2020 viene tesserato dall’ambizioso Monza di Berlusconi e Galliani, dove realizza sei reti in quattordici gare, senza tuttavia riuscire a condurre la sua nuova squadra alla promozione in Serie A (i brianzoli chiuderanno il campionato al terzo posto e saranno successivamente eliminati nelle semifinali play-off dal Cittadella).

Conclusa la sua breve esperienza al Monza nel luglio 2021 firma con i turchi dell’Adana Demirspor, allenati dal tecnico italiano Vincenzo Montella, e durante la sua prima stagione realizza diciannove reti (diciotto in campionato) in trentatré gare (trentuno in campionato), alcune delle quali di pregevole fattura tecnica, offrendo anche prestazioni degne del miglior Balotelli, tanto che ad un certo punto si era persino ipotizzato un suo ritorno in Nazionale, dove manca dal settembre 2018 e con cui ha collezionato trentasei presenze e quattordici reti, che sommate alle cinque reti realizzate nelle quindici presenze con la maglia della Nazionale Under 21, portano il suo bottino personale, ad oggi, a quota 195 reti in carriera soltanto tra i professionisti (di cui 176 con squadre di club e diciannove con le selezioni nazionali), alle quali si aggiungono altre diciassette reti realizzate con la Primavera dell’Inter, per un totale di ben 212 marcature finora siglate.

Un bottino che sarebbe potuto essere essere decisamente migliore se soltanto alle sue innate e indiscusse qualità tecniche avesse abbinato una condotta comportamentale degna di questo nome.

Un vero peccato, caro Mario, potevi davvero passare alla storia come uno dei migliori in assoluto e invece sarai ricordato maggiormente per le tue tantissime follie extracalcistiche (che non menzioniamo sia perché sono talmente tante che per elencarle tutte ci vorrebbero altre tre pagine, sia perché, nel giorno del tuo compleanno, ci piace citare soltanto le tue gesta da calciatore).
Tanti auguri, grandissima testa di ca….lcio!

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