Chris Evert: «Il cancro mi ha cambiata. Ora ho meno ansia, meno paura. Sono fortunata»
L'ex tennista al Guardian. «Mi sento più grata e rilassata. Quando ho saputo della malattia sono rimasta scioccata. Se non fosse stato per la morte di mia sorella non sarei viva»

Chris Evert e Martina Navratilova, la foto è tratta dall'account Twitter di Chris Evert
L’ex campionessa di tennis Chris Evert, 67 anni, racconta al Guardian la sua esperienza con il cancro alle ovaie. Lo annunciò a gennaio sui social.
Dopo l’operazione, la Evert, che ha vinto 18 titoli del Grande Slam dal 1974 al 1986, è stata sottoposta a test per accertare se il cancro si fosse diffuso “fino ai linfonodi collegati ai miei organi riproduttivi”. Racconta che sono stati i quattro giorni più lunghi della sua vita.
“Se fossi risultata positiva ai linfonodi sarei stata allo stadio tre o quattro. Il mio tipo di cancro, il cancro alle ovaie, è molto insidioso e subdolo perché non ci sono molti sintomi evidenti. Quando scopri di avere un cancro alle ovaie di solito sei al terzo o quarto stadio”.
“Mi sentivo così ansiosa perché non avevo il controllo sulla situazione. Ho pregato molto e ho pregato mia sorella (Jeanne, morta nel 2020 per lo stesso male, ndr). Sono rimasta scioccata, come se fossi nella nebbia, ero spaventata. Ho pensato molto a Jeanne ed è stato più spaventoso sapere quale sarebbe stato il viaggio che mi aspettava se fossi stato al quarto stadio, più della vera morte. L’avevo vista con gli aghi nelle braccia e, dopo la chemio, sottoporsi a farmaci sperimentali. L’hanno fatta ammalare gravemente e quando è morta pesava 80 libbre”.
Dopo l’operazione la Evert ha dovuto sottoporsi a sei cicli di chemioterapia. I medici dicono che c’è una probabilità del 90-95% che il cancro si ripresenti.
“Non dovrei mai lamentarmi di nient’altro nella vita dopo quell’esperienza”.
Il cancro le è stato scoperto proprio grazie alla sorella. Lo racconta.
“Due anni dopo la morte di Jeanne ho ricevuto una telefonata dal genetista che le aveva conservato il sangue. Era emersa una nuova variante e Jeanne aveva un gene di significato incerto. L’hanno testato e lei era positiva ad una prova genetica di essere suscettibile al cancro al seno o alle ovaie. Hanno subito detto: “Devi essere testata”. Sono risultato positiva. Il mio dottore ha detto che dovevo fare subito un’isterectomia. Era solo una precauzione perché mi sentivo così in salute. Hanno trovato il cancro nella mia tuba di Falloppio e in un’ovaia e nel liquido intorno ai miei organi riproduttivi”.
“Se non fosse stato per la morte di Jeanne non sarei viva. Quindi voglio spargere la voce sui test genetici, non solo per il cancro alle ovaie, ma anche per le malattie cardiache, il diabete, tutto. Sii consapevole della tua storia genetica e se senti qualcosa di diverso nel tuo corpo per tre giorni, consulta il tuo medico. Non aspettare tre mesi”.
Il cancro l’ha cambiata?
“Mi piace pensarla così. Non ho paura o ansia come prima. Mi sento grata e più rilassata e non prendo le cose sul serio“.
E conclude:
“La salute è la cosa più importante. Odio dirlo ma, per me, viene anche prima dell’amore. Per amare, devi essere vivo. Sono ancora vigile con la mia salute, ma voglio essere il più autentica possibile, essere più aperta e ascoltare di più. È tutto il risultato del cancro. Sono molto fortunata ad essere qui”.