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Che belle le parole di Alvini in difesa di Radu, ha un’idea schietta di calcio onesto d’altri tempi

Mazzoleni e Dazn, nulla è cambiato. La vittoria e il gioco del Napoli serviranno a zittire i mugugni e allontanare le nubi che hanno reso l’atmosfera irrespirabile

Che belle le parole di Alvini in difesa di Radu, ha un’idea schietta di calcio onesto d’altri tempi
Ferrara 08/08/2022 - Coppa Italia / Cremonese-Ternana / foto Image Sport nella foto: Massimiliano Alvini

FALLI DA DIETRO – COMMENTI ALLA 1° GIORNATA DEL CAMPIONATO 2022-23

Alle 18,30 del 13 agosto parte il campionato che si annuncia il più insolito della storia.

Poi bastano pochi minuti per rassicurarsi. Nulla è cambiato rispetto al passato. Sempre lo stesso Var interpretato ad mentula canis o, se preferite, alla Mazzoleni.

Sempre la stessa truffa Dazn dei diritti negati. Pagare con l’aumento e non vedere. Per fortuna siamo in campagna elettorale. I nostri baldi politici consultano freneticamente il frasario di Cetto. Uscirà fuori una bella promessa tipo “Più calcio per tutti”.

Tutto esaurito a San Siro. È il segno tangibile della grande fiducia per il lavoro prezioso svolto dalla dirigenza. L’innovativo progetto sui giovani piace. Perché è coraggioso e lungimirante.

Vantaggio friulano dopo 90 secondi con Becao. Risposta di Mazzoleni dopo 7 minuti. Poi gli equilibri si ristabiliscono. Anche per gli errori davvero ingenui degli ospiti.

A dare la prima vittoria ai campioni ci penserà Rebic, detto anche il Sovrano della penna a sfera: Re Bic (lo so, è proprio demenziale, ma a me diverte). In 90 minuti segna gli stessi gol dell’anno scorso.

Poi esulta sfregando pollice e indice, come a indicare banconote tra le mani.

Casualmente sono in compagnia di Marco, giovane valoroso regista con una recente esperienza in Croazia. Il quale immediatamente mi corregge documentandomi.

In gergo slavo si tratta del gesto gentile di chi vuole applaudire ma in modo pacato, senza disturbare, senza fare clamore. In diverse culture slave, questo gesto rappresenta qualcosa di fine, di bello, una cosa raffinata, insomma, un gesto positivo.
Nulla a che vedere col gesto dei soldi, che in slavo è raffigurato dalle tre dita centrali della mano destra che strofinano il palmo della mano sinistra.

Venti minuti per il gioiellino belga e già i tifosi si leccano i baffi. Forza fisica e testa alta. L’attacco quest’anno si annuncia potenzialmente spaziale.

La risposta Suninter è immediata.
Al Via del Mare scende in campo un Lecce con nei ranghi nomi divertenti e bizzarri come Baschirotto o Strefezza.
Ma è privo di una mezza dozzina di titolari, e soffre – anche per l’emozione – i nerazzurri, in formazione tipo.

A Romelu basta un solo minuto per segnare il suo primo gol al rientro in Italia e, anche, per farsi perdonare la scelta scellerata di trasferirsi al Chelsea.

Aveva debuttato in A con la maglia nerazzurra il 26 agosto 2019 proprio qui, e qui e aveva segnato anche il suo primo gol in Serie A.

Primo tempo con nerazzurri in palleggio sereno e un Lecce fin troppo arrendevole e incapace di reagire.

La ripresa è un’altra storia.
Eccoli i salentini ammirati la scorsa stagione. Veloci, tatticamente perfetti, voraci.
E il pareggio di Assan Ceesay gigante gambiano proveniente da Zurigo, non arriva per caso, su perfetto assist di Di Francesco.

Poi al monologo neroazzurro rispondono le prodezze di Falcone, vero eroe di giornata con almeno quattro interventi miracolosi.
In particolare quella deviazione su Lukaku nel disperato finale.

Tutti dentro urla Inzaghi.
Barella batte l’ultimo corner. Lautaro stacco di testa.
La palla arriva sulla panza di Dumfries, che, de panza, la spinge in rete.
E per i salentini è forse una punizione immeritata.

Per un portiere che va in Paradiso ce ne sono due che vanno all’Inferno.

All’Olimpico Luís Manuel Arantes Maximiano ventitreenne portiere portoghese di Braga esordisce nella porta aquilotta.
Dopo 6′, al primo intervento, commette uno sproposito che manco sul campetto dei salesiani. Prende la palla con le mani fuori area. Rigore e rosso.

Al Franchi siamo ben oltre il recupero.
I liutai grigiorossi stanno sorprendentemente pareggiando grazie a un gol olimpico direttamente da calcio d’angolo di Buonaiuto.

Ma hanno in difesa (si fa per dire) della porta Ionut Radu.
Colui che si distinse nella passata stagione per l’indimenticata prodezza che forse costò il campionato all’Inter.
Il rumeno va in presa sull’innocuo cross di Mandragora e si trascina la palla in rete, dopo essersela fatta sfuggire.

Belle ed emozionanti le parole di Mister Alvini a difesa del ragazzo. Cercatele ed ascoltatele. Alvini mi piace. Ha un’idea schietta di calcio onesto d’altri tempi.

A sera i truffatori impediscono le immagini dall’Arechi.
Poco male, oggi c’è Marco. Si esce in cerca di un buon gelato al limone, sprofondati in fondo alla città.

Ferragosto vissuto nell’ansia da Dazn e da Napoli.
Riguardo ai primi la figuraccia planetaria del giorno prima li convincerà a provvedere con meno arroganza e superficialità. “Non succederà più”, promettono via email.
Riguardo ai secondi, la curiosità cresce per conoscere lo stato dell’arte.

Bentegodi nel ricordo di Garella, gentiluomo d’altri tempi inconsapevole precursore della cosiddetta costruzione dal basso, e vincitore di due scudetti in due città dove non si vince mai, o si vince molto di rado.

Il tempo di asciugarsi gli occhi e si parte.
Dettano calcio gli Azzurri con calma e consapevolezza di sé. Costruiscono in venti minuti quattro azioni e non si scompongono all’imprevisto vantaggio scaligero.
Questa si chiama personalità.

Pareggia proprio lui, l’esordiente più atteso.
Di testa con disarmante semplicità, su cross da destra del Mariachi. Poi manda a nanna gli avversari imitando la celebre esultanza di Stephen Curry. La stella Nba di cui è un grande tifoso.

Primo tempo in vantaggio grazie alla zampata di FuriOsi, con l’80% di possesso che sancisce un dominio assoluto.

La ripresa è pura accademia dopo l’errore di posizione di Kim – altro attesissimo esordio – che libera Henry per il momentaneo pareggio.

Il Signorinello Pallido se ne va in verticale sfruttando un assist da favola del georgiano.

Poi è Charlie Brown, autentico dominatore del centrocampo, a inventarsi uno slalom vincente. Vorrebbe darla a qualcuno, ma non trova compagni liberi e allora decide di fare tutto da solo.
Ed è quattro a due.

E’ tempo di cambi. E la qualità a disposizione di Fra Cipolla è nettamente superiore.

Arriva così la manita a firma di Politano. Ce ne sarebbe anche un sesto, ad opera di Ounas ma viene annullato per interferenza di Zerbin su Montipò. Troppa grazia. Va bene così.

Vittoria schiacciante.
Dopo la prima, il Napoli è la squadra che segna di più, ed è quella che esprime la migliore qualità di gioco.
Elementi che serviranno a zittire i mugugni e allontanare le nubi che hanno reso di recente l’atmosfera della squadra davvero irrespirabile.

Certo c’è da lavorare.
Soprattutto in difesa. Perché due gol subiti da questo Verona, davvero mediocre, sono un’esagerazione e chiamano in causa la responsabilità dei due centrali.

In serata gli Ergastolani mettono sotto la succursale emiliana. Nell’indifferenza di tutti.

Ai delusi era stato assicurato che non sarebbe più successo. Ma niente, il PD ha ricandidato Casini.

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