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Vidi Mertens contro il Napoli di Mazzarri e pensai: «Perché non gioca in una grande squadra?»

Incurante della sua altezza, Mertens insegna che nel calcio – come nella vita – contano altre cose che le misure: contano l’arte e l’immaginazione

Vidi Mertens contro il Napoli di Mazzarri e pensai: «Perché non gioca in una grande squadra?»
Napoli 10/04/2022 - campionato di calcio serie A / Napoli-Fiorentina / foto Image Sport nella foto: Dries Mertens
Penso di avere visto per la prima volta Dries Mertens nell’Utrecht che giocava contro il Napoli nel 2010: sembrava un Del Piero che passava lì per caso completamente avulso da qualsiasi schema tattico; non aveva solo il destro di Ale, ma anche una certa irriverenza nei confronti degli avversari che si divertiva a saltare. Mi innamorai calcisticamente di lui… Poi, era uno di quei giovedì sera che il Napoli di Mazzarri giocava in Europa e sembrava che l’allenatore di San Vincenzo questa coppa la utilizzasse per far capire ad Adl che lui i giocatori per giocarla non l’aveva, lo rividi poi nel Psv sempre contro il Napoli –  nel dicembre del 2012 – e mi chiesi: “perché questo non gioca in una grande squadra?”.
Quando venne a Napoli ne fui – quindi – contento come una Pasqua. Il problema di Mertens – Dries; faticammo a pronunciarlo – era che essendo lui un numero 10 sapeva giocare in qualsiasi zona della metà campo offensiva: nel Napoli ha fatto il cursore di sinistra, di destra, il sottopunta, e quando – nel famoso ritiro di Dimaro – Sarri lo provò punta centrale di movimento, gli allungò la carriera e gli consentì di diventare il più grande realizzatore della storia del Napoli. Ho visto fare delle cose a Dries – poi ribattezzato da noi “Ciro” per la sia adattabilità al nostro modo di vivere – che non si vedevano dagli anni ’80, perché lui non è mai stato un giocatore di questi tempi tattici: aveva infatti un io calcistico smisurato e si divertiva a giocare a calcio…
Con il tempo Mertens è diventato parte integrante di questa città – anch’essa stravagante rispetto a decumani ortogonali – e fa specie sentire – dalle prime anticipazioni dell’intervista di ADL a Castel di Sangro – che Mertens – ora svincolato – non rientra più nei piani della società. Con lui va via un’idea di calcio tecnico che non vediamo più in altri giocatori: tutti appiattiti dai rinnovi e dalla comunicazione stolida sui social. Ciro invece avrebbe potuto giocare con il Napoli di Maradona e Careca e con il primo Barca di Guardiola…  Mertens con quel suo stile eretto da Galletto incurante della sua altezza insegna che nel calcio – come nella vita – contano altre cose che le misure: conta l’arte e l’immaginazione “che non è menzogna… (Daniel Pennac)“: Grazie per il tuo esserci stato Dries…
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