Tomori: «Siamo la terza forza del campionato? Beh, lo dicevano anche l’anno scorso…»
Alla Gazzetta. «Ufff quanto parla Maignan. Ibra ci diceva che dovevamo avere fame, come i cani. Che eravamo primi ma non avevamo fatto nulla»

Db Milano 07/11/2021 - campionato di calcio serie A / Milan-Inter / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: esultanza gol Fikayo Tomori
L’edizione odierna della Gazzetta dello Sport intervista Tomori. Un inglese in Serie A, un forte difensore ma anche un ragazzo intelligente. Così lo definisce la Rosea. Riportiamo un estratto dell’intervista.
Il Milan è scudettato ma i bookmaker dicono che è la terza forza, dopo Juventus e Inter.
«Beh, lo dicevano anche lo scorso anno e invece…».
I rossoneri si sentono più forti.
«Sì, ci sentiamo più forti considerando la fiducia di ognuno. Abbiamo la sensazione che possiamo fare qualcosa di speciale. Lo abbiamo già fatto, ma ora abbiamo una pressione diversa. Dobbiamo ripeterci. In questi giorni abbiamo lavorato più forte dello scorso anno, dobbiamo essere pronti».
Lukaku e Vlahovic.
«Marcarli uno contro uno è difficile, sono forti e veloci, hanno qualità. La cosa più importante con entrambi è restare concentrati, stare attenti a ogni movimento, a quando calciano, quando attaccano la profondità… In Italia poi si lavora diversamente rispetto all’Inghilterra. Qui si difende di squadra, ci si muove insieme. In Inghilterra molto meno».
Maignan.
«Ufff quanto parla. Mike ha grande personalità sul campo, parla sempre con tutti ed è un grandissimo portiere. Con lui si sta bene, siamo felici di averlo in porta».
Ibra.
«Ibra ha una personalità grandissima, la sua voce era con noi anche quando non giocava. Ci diceva “Dobbiamo avere fame come i cani, siamo primi ma non abbiamo fatto nulla”. Quando c’è un giocatore così in spogliatoio, aumenta lo spirito di tutti».
I difensori della storia del Milan.
«Baresi era un difensore non troppo alto, un po’ come me che sono 1,85. Era fantastico per la posizione del corpo, la voce sul campo, la leadership. Maldini e Nesta avevano grande personalità, sapevano leggere la partita in ogni momento».